ancora stupro

          

 Milano: violenta donna al parco, arrestato

 09 Luglio 2009 15:59 

MILANO – Arrestato dalla polizia un ucraino di 41 anni accusato
di aver violentato una connazionale di 39 anni in un giardino pubblico
di via Anassagora a Milano. La donna stava festeggiando ieri il suo
compleanno in questo giardino, quando verso le 23, gli altri amici se
ne sono andati, la donna e’ rimasta sola con il 41enne che l’ha
trascinata dietro un cespuglio e violentata. Le grida della donna hanno
attirato l’attenzione di una volante della polizia che ha arrestato
l’uomo in flagrante. (Agr)

corriere della sera

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Maschi, italiani, la vera emergenza siete voi che legittimate e riproducete la cultura dello stupro.

                 manifestazione notturana 07.03.09 assemblea cittadina di donne e lesbiche

prendo in prestito questa lucida analisi di Barbara Spinelli

A seguire l’ennesimo stupro, immancabilmente i politici e i notabili di
turno si sentono in dovere di ripristinare l’equilibrio violato: da
bravi patriarchi tuonano nei microfoni e sulle pagine di giornali,
promettendoci sicurezza e che giustizia sarà fatta, che ci
proteggeranno. Una logica subdola, che paradossalmente rimarca quegli
stessi istinti alla base dello stupro: la folle idea che il maschio
possa “dominare” sul corpo della donna, farne oggetto delle proprie
volontà, mero strumento per la realizzazione dei propri
desideri….erotici, ma anche politici (vedasi le dichiarazioni di
Berlusconi, sul corpo di Eluana che…può anche riprodurre!).
L’immaginario collettivo sulla violenza sessuale costruito da politici
e giornalisti ci propone una donna vittima e un aggressore “mostro”
figlio di una barbara cultura, oppure, più raramente, un uomo
“normale”, “di buona famiglia”, trasformatosi in mostro in preda ai
fumi dell’alcol o della droga. Così i giornali li raccontano, così i
criminali sessuali sono entrati nell’immaginario collettivo.
Il discorso pubblico sulla violenza sessuale degli uomini sulle donne è
mistificatorio. L’obbiettivo è deviare l’attenzione: o sul presunto
bisogno di protezione della donna, o sulla necessità di “lotta ai non
luoghi della città” -seguendo le affermazioni di Zingaretti sui fatti
di Guidonia-.
La risposta politica è più sicurezza, maggiore controllo del territorio.
Questo approccio è devastante: cancella l’aggressore “in quanto uomo”,
cancella la realtà statistica che conferma che la maggior parte degli
stupri, delle molestie, delle violenze fisiche e psicologiche, avviene
tra le mura domestiche, per mano di coniugi, amici, parenti. Perché
questo ci insegna la cronaca delle ultime settimane: se è il rumeno o
l’extracomunitario a stuprare ha commesso un crimine e quindi va punito
ed espulso; se invece è lo stimato professore di scuola media ad avere
abusato sessualmente di una sua allieva, può riservarsi di non
rispondere al Gip ed alle “accuse” della ragazza che trova il coraggio
di denunciare; se è il ragazzino di una “famiglia perbene”, annebbiato
dai fumi di alcool e droga, la vittima lo vuole pure conoscere, lo
possia

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lo stupratore non è un malato, ma il figlio sano del patriarcato

articolo da "il corriere della sera"

Forse lo stesso Dna negli stupri in garage
più forte ipotesi del violentatore seriale

Probabile il collegamento nelle aggressioni a Roma
sui vestiti e sullo scotch usato, tracce biologiche simil 

L’indiscrezione arriva dopo ore di congetture: il mostro che
giovedì notte ha stuprato una giovane romana nel quartiere di Tor
Carbone, all’Ardeatino, periferia sud est della Capitale, sarebbe lo
stesso uomo che un mese fa violentò una giornalista nel garage di casa
alla Bufalotta, a Nordest di Roma. Lo confermerebbero i primi esiti
degli esami sulle tracce lasciate dallo stupratore sui vestiti e sullo
scotch col quale ha legato le sue vittime. Il Dna potrebbe coincidere,
ma gli investigatori sono prudenti e frenano: troppo presto per avere
risultati attendibili dai test.

STESSE MODALITA’ – L’aggressore
della Bufalotta ha colpito di nuovo due giorni fa all’Ardeatino: un
maniaco con il profilo criminale dello stupratore seriale. L’ipotesi
avanzata dagli inquirenti nelle prime ore, che si basava sull’analogia
nelle modalità dell’aggressione e della vioenza e nell’identikit del
mostro avrebbero trovato una conferma scientifica.
Il modus
operandi dello stupro della giornalista alla Bufalotta un mese fa e
quello della studentessa universitaria due notti fa all’Ardeatino
sembrava portare la stessa firma: entrambe aggredite dopo avere
parcheggiato nel box auto, minacciate con un coltello da un uomo con un
passamontagna e dall’accento romano, immobilizzate con lo scotch, messo
anche sulla bocca per non farle urlare, e poi abusate. Nessuna delle
due era stata picchiata o rapinata.

UN TERZO CASO COLLEGATO – Si
dovrà tentare di stabilire se il Dna coincidente nei due casi è lo
stesso delle tracce biologiche rinvenute sul luogo in cui è avvenuta
una terza violenza: si tratta di un altro caso di abuso sessuale
avvenuto in un box privato, anziché in un garage condominiale come per
gli stupri della Bufalotta e dell’Ardeatino. Lo stupro risalirebbe ad
alcune settimane fa ma la tecnica usata dall’aggressore, la descrizione
fornita dalla vittima e alcuni particolari sarebbero simili alla
dinamica delle due violenze dell’ultimo mese a Roma.
In questo
caso però isolare il Dna sembrerebbe più complicato perchè le tracce
lasciate dall’aggressore sarebbero poco evidenti. Le indagini della
Questura di Roma e del pm della Procura Antonella Nespola sono ormai a
tutto campo: si stanno vagliando e monitorando altre violenze e
aggressioni avvenute nei mesi scorsi nella capitale per rintracciare
eventuali somiglianze con quelli della Bufalotta e dell’Ardeatino.


04 luglio 2009

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stupratore in BMW

E’ successo ieri pomeriggio in zona San Donato

Una donna di 33 anni ha denunciato ai carabinieri di essere stata
violentata a Bologna da un uomo di mezza età, distinto e molto
elegante. L’uomo l’ha fatta salire sulla sua auto fingendo di offrirle
un passaggio. E’ accaduto verso le 19.45 di ieri in via Aposazza,
periferia nord della città.

La
donna ha spiegato di avere accettato di essere accompagnata fino alla
più vicina fermata dei bus, ma l’uomo ha invertito la marcia e si è
infilato in un viottolo, dove l’ha presa a schiaffi e stuprata. Il
rapporto sessuale e’ stato confermato dai primi accertamenti sanitari,
compiuti in serata nel reparto di ginecologia dell’ospedale Maggiore.
Per i carabinieri della Compagnia Bologna Centro, coordinati nelle
indagini dal Pm Valter Giovannini, il racconto della vittima e’
attendibile.

Gli investigatori cercano un uomo sui 50 anni,
capelli abbastanza lunghi brizzolati e occhi chiari, dall’accento
campano. Indossava una giacca e una cravatta a righe ed era al volante
di una Bmw cabrio scura, con la capote chiusa, e interni bordeaux. Per
la donna, si tratterebbe di un’auto con non più di sei mesi, almeno a
giudicare dall’odore ‘di nuovo’ che si sentiva nell’abitacolo. La
strada dove e’ avvenuto il fatto, un viottolo privato che da via
Aposazza conduce a un’azienda che in quel momento era chiusa, e’ in una
zona frequentata da prostitute e clienti.

I carabinieri sono
alla ricerca di eventuali testimoni che, visto l’orario in cui è
avvenuto il fatto, potrebbero avere notato la Bmw o assistito ad alcune
fasi dell’aggressione.

da Repubblica 30 giugno 2009

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Stupra la moglie davanti al figlio di 3 anni e tenta di strangolarla: arrestato.

                       
 

Un ecuadoriano di 33 anni, in preda all’alcol, si è accanito contro la consorte. Non era la prima volta

MILANO – E’ tornato a casa completamente ubriaco, si è gettato addosso
alla moglie, le ha strappato i vestiti di dosso e l’ha violentata sotto
gli occhi del figlio di appena 3 anni. Poi, alle grida della donna, ha
tentato di strangolarla con una cintura, minacciando di ucciderla se
avesse osato denunciarlo. Victor D., un ecuadoregno di 33 anni, è stato
arrestato poche ore dopo l’aggressione dai carabinieri di Milano, che
sono riusciti a fare irruzione nell’appartamento di viale Tibaldi. Ora
l’uomo, dipendente di una ditta di pulizie, deve rispondere di violenza
sessuale e tentato omicidio.

DENUNCIATO DALLA SORELLA – A permettere l’intervento dei militari è
stata la telefonata della sorella di Victor che, dopo ripetuti
tentativi a vuoto di contattare Enrica, la cognata peruviana di 33
anni, ha sospettato fosse successo qualcosa di grave. Da qualche
settimana, infatti, aveva saputo che il fratello esagerava con l’alcol
e, da ubriaco, era solito infastidire la moglie. Grazie a una scala
messa a disposizione dai vigili del fuoco i carabinieri hanno fatto
irruzione nell’appartamento. Alla vista dei militari l’uomo ha intimato
alla moglie di tacere ma, davanti al marito in manette, la donna ha
confessato lo stupro, rivelando che in altre tre occasioni il consorte
le aveva usato violenza. La donna, in evidente stato di shock, è stata
ricoverata alla clinica Mangiagalli: oltre ai numerosi lividi sul
collo, i medici le hanno diagnosticato una lesione al timpano. Il
figlio è stato invece affidato a uno psicologo.

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RAGAZZA AMERICANA STUPRATA IN BAIA DI SISTIANA

da Notizie Trieste news 24.

Uno stupro, nelle primissime ore della domenica, alla periferia di
Trieste, in una zona vicina al mare, dove di solito si va per
trascorrere piacevolmente il tempo, tra stabilimenti balneari,
ristoranti e discoteche: a denunciarlo – secondo quanto si è saputo
oggi – una ragazza americana di 19 anni. La giovane, che si trovava nel
capoluogo giuliano per un soggiorno, ospite di un’amica in una casa di
Sistiana, sarebbe stata violentata a turno da tre persone – secondo
quanto ha raccontato alla Polizia – mentre altre due assistevano senza
intervenire e senza tentare di impedire la violenza. L’episodio sarebbe
avvenuto in una stradina di Sistiana che porta verso il mare, al di
fuori di locali pubblici che si trovano nella zona. La ragazza, subito
dopo la denuncia, è stata visitata da medici dell’ospedale Burlo
Garofalo del capoluogo giuliano, che hanno confermato la violenza.
Sull’episodio stanno indagando gli investigatori della Squadra Mobile
della Questura di Trieste, che mantengono il riserbo totale sia sulla
denuncia, sia sulle attività di indagine, che sono coordinate dalla
Procura della Repubblica del capoluogo giuliano. Alcune persone sono
state interrogate, ma per il riserbo che viene mantenuto sulla vicenda,
non è trapelato se gli interrogatori abbiano riguardato persone
sospettate, persone informate sui fatti o testimoni. Intanto stupore,
incredulità e preoccupazione si respirano a Sistiana, dove una parte
importante dell’attività economica è legata al turismo. "Da quando
abbiamo cominciato a operare, nel 1996 – racconta Sergio Fari,
responsabile di un’azienda che gestisce ristoranti e la discoteca
Cantera – c’é stato un maggiore presidio del territorio e sono
diminuiti i problemi". Secondo quanto si è saputo dallo stesso
imprenditore, lui è stato sentito telefonicamente dalla Polizia, che
gli ha chiesto di consegnare le videoregistrazioni compiute all’interno
del suo locale da ballo. "Ogni fine settimana – spiega Marisa Budicin,
che lavora da anni in questo settore a Sistiana – arrivano migliaia di
ragazzi. Nelle nostre discoteche non è mai successo nulla del genere:
oltre a spintoni e qualche rissa, mai niente". Incredulo anche il
sindaco di Duino-Aurisina, Giorgio Ret, nel cui territorio comunale
rientra Sistiana. "Da noi non sono mai successe cose del genere – ha
detto – è davvero preoccupante e dispiace". "In tutti questi anni – ha
aggiunto Ret – abbiamo ospitato migliaia e migliaia di ragazzi. Sia noi
che le forze dell’ordine abbiamo sempre cercato di aiutare i ragazzi ad
avere un posto sicuro, tanti genitori vengono a prendersi i ragazzi di
sera e – ha concluso – ci ringraziano".

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In nome delle donne e lesbiche, di quelle che denunciano e di quelle che non hanno il coraggio di denunciare

In nome delle donne  e lesbiche,
di quelle che denunciano e di quelle che non hanno il coraggio di denunciare

Considerato:
–    che in data 25 settembre 2006 una giovane donna, una di noi, subiva un aggressione fisica e sessuale.
–    che la stessa denunciava alle autorità giudiziarie l’aggressione subita e, attraverso questo atto, chiedeva giustizia per l’offesa subita e rivendicava in quanto donna il diritto a vedere rispettata la propria autodeterminazione e integrità psicofisica
–    che la ragazza ha fornito da subito agli inquirenti un racconto preciso e circostanziato.  La polizia fu chiamata dai passanti che la videro urlante e insanguinata. Lo studente fece da subito  parziali ammissioni conducendo gli agenti al luogo del delitto. Anche i riscontri medici confermavano l’avvenuto rapporto sessuale e le violenze.
–    che le autorità giudiziarie ritenevano sussistenti i presupposti per l’arresto di Federico Fildani e Francesco Liori e, a seguito del giudizio di primo grado, li condannava ad anni 2 e mesi 10 di reclusione, ritenendoli colpevoli del reato di  violenza sessuale di gruppo e lesioni personali
–    che la sentenza di condanna fondava su prove di colpevolezza gravi, precise e concordanti.
 Il magistrato, per le prove scientifiche della violenza e per  la minuziosa descrizione dei fatti condannò i due, nonostante questi sostenessero che la ragazza fosse consenziente.
 
–    che la seconda sezione della Corte d’Appello, su richiesta conforme del sostituto procuratore generale, ha assolto i due dall’accusa di stupro, confermando per uno solo la condanna per lesioni
–    che il difensore di fiducia di uno dei due imputati ha dichiarato «Sono lieto che sia emersa la verità, le femministe farebbero bene a scusarsi: senza i coretti e i condizionamenti forse sarebbe emersa già in primo grado»
Rilevato:
–    che la violenza sulle donne in Italia uccide più della mafia, più della criminalità organizzata italiana e di quella straniera (Eures – Ansa 2006)
–    che per una donna essere stuprata è peggio che essere uccisa, perché ne provoca la morte interiore, significa vedere vinta e violata la propria libertà di scelta e di autodeterminazione
–    che maggiore è la “legittimazione” (culturale, sociale, giuridica)  a idee e  pratiche sessiste, maggiore sarà l’intensità delle violenze contro le donne ed il rischio che venga portata alle estreme conseguenze
–    che lo Stato ha l’obbligo di “modificare gli schemi ed i modelli di comportamento sociali e culturali degli uomini e delle donne, al fine di ottenere l’eliminazione dei pregiudizi e delle pratiche, consuetudinarie o di altro genere, basate sulla convinzione dell’inferiorità o della superiorità dell’uno o dell’altro sesso o sull’idea di ruoli stereotipati degli uomini e delle donne” (art. 5, CEDAW)
–    che se la donna viene rappresentata e considerata come un oggetto sessuale, l’uomo nel momento in cui riceve un si si ritiene legittimato a trattarla come un giocattolino di sua proprietà. Ma se la donna dice basta vuol dire basta, se la donna dice no è no. Se la donna dice te la do non vuol dire fanno quello che vuoi. Il consenso cessa nel momento in cui viene espresso dalla donna il diniego alla prosecuzione degli atti sessuali. E quando non c’è più consenso c’è stupro.
–    che se i magistrati non riescono a tradurre in sentenza queste considerazioni di base, violano i diritti fondamentali delle donne.
–    che quando c’è la prova fisica dello stupro, e c’è la denuncia, se del consenso c’è la parola della vittima contro quello dello stupratore, deve valere quella della vittima  e non quella di chi può mentire e cerca l’impunità per la scopata di una sera.
–    che i magistrati devono essere formati a riconoscere le forme della violenza sulle donne e le dinamiche di ricerca di impunità dei predatori sessuali, per evitare che riescano nel loro disegno criminoso.
–    che invece troppo spesso il diritto riproduce attraverso le sentenze quegli schemi maschilisti di pensiero che appartengono agli stupratori, legittimandone il comportamento e negando credibilità alle già poche donne che scelgono di denunciare, dipingendole come malvagie seduttrici che provocano l’uomo, giocano a dirgli si e poi si ritraggono.
–    che invece noi vogliamo magistrati competenti in grado di mettersi al momento della decisione la maschera di persone e dismettere quella di maschi, per poter davvero dare una giustizia di genere
–    che esigiamo che nessun difensore mai più confonda la verità processuale con quella storica, l’amministrazione del diritto con la rivendicazione politica: le femministe e lesbiche sanno che A. è stata stuprata da Fildani e Liori  e rivendicano la denuncia politica della rivittimizzazione subita da chi ha scelto di denunciare e per aver chiesto giustizia paga ancora le conseguenze psicologiche, un secondo stupro, un tatuaggio impresso dallo Stato sul suo corpo! E’ immorale mettere in discussione la lotta contro la violenza sulle donne per uno stupratore assolto!
            Per tali motivi:
            Rivendichiamo
–    che per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa
–    che quando diciamo no vuol dire no e quando diciamo fermati vuol dire fermati
–    che non ci sarà democrazia e libertà per le donne fin quando non ci sarà una giustizia di genere, amministrata non da maschi e da femmine ma da persone consapevoli di come si producono le dinamiche di controllo del corpo e della libertà delle donne e lesbiche alla base dei reati sessuali, dei maltrattamenti in famiglia, del mobbing e degli atti persecutori.
–    che nessuno mai otterrà le nostre scuse per aver legittimamente esercitato il diritto di critica e il diritto di manifestare per il riconoscimento dei nostri diritti fondamentali
–    che sempre ci saremo, per rivendicare i nostri diritti ed il riconoscimento giurisdizionale della inviolabilità dei nostri corpi e della nostra autodeterminazione

Esigiamo il riconoscimento
–    del diritto a una vita libera da ogni forma di violenza
–    del diritto a vedere condannato chiunque agisca oltre a ove la donna lo consenta, perchè senza consenso è reato, è violazione dei diritti fondamentali delle donne e lesbiche
–    del diritto a essere giudicate da giudici competenti  che riconoscano nel rispetto della dignità delle donne (per bene o per male, il giudizio non deve toccare noi e la nostra moralità) un valore fondamentale, da tutelare aldilà delle personali convinzioni e del sesso di appartenenza

CONDANNIAMO IL FEMMINICIDIO ANCHE QUANDO SI MANIFESTA ATTRAVERSO DECISIONI INGIUSTE, perchè siamo convinte che per noi il vero rischio sia il silenzio e l’inazione, sia far finta che non sia successo niente, sia lasciare che l’ingiustizia si rinnovi anno dopo anno. IL VERO RISCHIO E’ ACCETTARE LE COSE COME SONO, PIUTTOSTO CHE LOTTARE PER COME POTREBBERO ESSERE.

Noi al silenzio, alle scuse ai lamenti preferiamo la lotta !

Diciamo basta alla rivittimizzazione istituzionale delle donne che scelgono di denunciare le violenze subite!

Diciamo basta all’impunità per gli stupratori!

Diciamo basta al femminicidio di Stato !

Per ogni donna stuprata e offesa, siamo e saremo parte lesa!

Pubblicato in IL MASCHIO STUPRA, IL MAGISTRATO ASSOLVE Presidio sotto il tribunale 20/05/09 | Commenti disabilitati su In nome delle donne e lesbiche, di quelle che denunciano e di quelle che non hanno il coraggio di denunciare

IL MASCHIO STUPRA IL MAGISTRATO ASSOLVE – mercoledì 20.05.09 p.zza nettuno sotto il tribumale

Il maschio stupra
Il magistrato assolve

Sabato mattina il nostro non è stato un buon risveglio!
Abbiamo appreso dai giornali del ribaltamento della sentenza che vedeva
condannati Francesco Liori e Federico Fildani per uno stupro di gruppo ai
danni di A.,una di noi avvenuto nel 2006 in un appartamento di via Libia
La seconda sezione della corte d’appello, presieduta da Stefano Valenti e
su sollecitazione del procuratore generale, tale Ugo Guccione, ha ripetuto un’
operazione del resto non inedita, ossia affossare la credibilità il coraggio
e la forza di una donna che denuncia, sostenuta dalle altre, e riabilitare
questi due giovani di buona famiglia (italiana!)
Sapevamo già che la lotta agli stupri, tanto in voga qualche mese fa, aveva
solo il valore strumentale di criminalizzare i migranti e non il reale
interesse a considerare la violazione del corpo delle donne per il problema
sociale e politico che rappresenta. Questo episodio ne è  un’ulteriore
conferma!
Continuiamo a vedere la mancanza di volontà a sanzionare atti di violenza
sulle donne sia socialmente che legalmente
Coalizzati e conniventi istituzioni e pensiero comune continuano a tenere a
bada libertà ed autodeterminazione delle donne per riprodurre la loro
marcia pace sociale
La loro giustizia non ci tiene dentro, non ci riconosce e noi non possiamo
riconoscerla!
Qualsiasi legge anche quella scritta meglio sarà inadeguata se ad
amministrarla saranno uomini intrisi della più becera o più moderata
“cultura” maschilista.
Abbiamo bisogno ancora di dire che non ci stiamo.
Facciamo arrivare il nostro dissenso dentro il palazzo di giustizia..
Ma quale giustizia??????

PRESIDIO
MERCOLEDI’ 20-5-‘09
ALLE H. 9.30 SOTTO IL TRIBUNALE
IN PIAZZA TRENTO TRIESTE
Invitiamo tutte a presenziare
e-mail maragridaforte@inventati.org

Pubblicato in IL MASCHIO STUPRA, IL MAGISTRATO ASSOLVE Presidio sotto il tribunale 20/05/09 | Commenti disabilitati su IL MASCHIO STUPRA IL MAGISTRATO ASSOLVE – mercoledì 20.05.09 p.zza nettuno sotto il tribumale

HO UN NUOVO TATUAGGIO – LETTERA DI ANGY 18/05/09

Ho un nuovo tatuaggio. Oggi sul mio corpo la procura ha scritto: prendete pure, fate con comodo, non vi succederà nulla.
Nella mia anima è inciso: voto al silenzio. Significa che sono costretta ad ammettere che denunciare una violenza sessuale non serve a nulla.
Sì è vero, sono proprio io, quella che qualche anno fa incitava le donne molestate alla ribellione. La ragazza “che ha avuto il coraggio di parlare”….
Che ha avuto il coraggio sì, ma non una pena degna o un riconoscimento di colpevolezza per quelle immondizie che l’hanno profanata. In compenso, in seguito alla denuncia, la mia anima è stata stuprata da mille interrogatori, avvocati, mass-media; da minacce e diffamazioni di blog e forum, rivolte a me e alla mia famiglia.
Ragazza molestata ascolta bene: non ti ribellare se non vuoi essere picchiata, non denunciare se non vuoi essere insultata, questo ci stanno insegnando.
Consolati invece, c’è chi dice che ci stuprano perché siamo belle. Sentiti quindi desiderabile quando loro sono su di te, poi chiudi gli occhi e apri bene le gambe: se hai fortuna non durerà a lungo. Se stai buona e sono galanti ti risparmiano il pestaggio.
Quando sarà tutto finito, se hai ancora forze, striscia in silenzio fino a casa e lavati bene, molte volte: andrà tutto via. Tutto tranne quello schifoso odore di rancido, che resta indelebile: non viene dalle loro sudice mani, appartiene alla nostra società che marcisce in questa vergogna.  

 

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Assolti gli stupratori di via LIBIA : Fildarni e Liori

Care tutte,

oggi abbiamo appreso dai giornali della
completa assoluzione di Liori e Fildani al secondo grado d’appello
del processo che li vedeva colpevoli per stupro di gruppo. Non più
gli arresti domiciliari ma piena libertà.

Mara una donna coraggiosa,
continuiamo a ripetere. Bisogna purtroppo ancora avere coraggio per
denunciare le violenze. Lo dimostrano l’anno e mezzo di processo alle
abitudini di vita di Angy, e le aggressioni degli amici degli
stupratori, dalla presenza in gruppo sotto al tribunale, alla
persecuzione su blog, siti e muri della città.

Noi donne, ragazze, femministe e
lesbiche di Bologna non abbiamo paura, nonostante le violenze e i
femminicidi continuino ad essere parte fondante della cultura. Noi
saremo ancora e ancora sotto i tribunali a sostenere le donne che
denunciano, saremo sempre nelle strade e nelle case a lottare per la
libertà di agire e di autodeterminare le nostre vite.


Domani pomeriggio dovremmo scendere in
Piazza.

Non aspettiamo.

Inoltre lunedi 18/05 ore 21,30 incontriamoci in
assemblea tutte ad Atlantide!

Pubblicato in IL MASCHIO STUPRA, IL MAGISTRATO ASSOLVE Presidio sotto il tribunale 20/05/09 | Commenti disabilitati su Assolti gli stupratori di via LIBIA : Fildarni e Liori