Comunicato di sostegno da Trama di Terre

Care  Atlantidee,
come associazione interculturale di donne native e migranti crediamo che una delle prime azioni da mettere in campo contro ogni forma di violenza maschile sulle donne sia aprire spazi nei quali incontrarsi, confrontarsi, condividere.
In questi spazi transitano corpi, pensieri e idee, si sviluppano azioni politiche a partire dai vissuti quotidiani delle persone, si produce solidarietà e, soprattutto, consapevolezza dei propri diritti.
Sapere che un altro luogo di donne, femministe e lesbiche vuole essere sgomberato, con quella violenza che tale parola porta, ci unisce a voi e ci rende alleate della vostra lotta.
Proprio per la nostra storia e la nostra esperienza crediamo profondamente che come la conquista di un diritto di una è una conquista per tutte e tutti, così la perdita di un diritto di una è una perdita per tutti e tutte.
Se le Atlantidee verranno sgomberate, a rimetterci sarà la politica delle donne di tutta la città, ma anche i suoi amministratori e le sue amministratrici, che avranno perso un’occasione per promuovere i diritti delle donne, delle lesbiche, dei gay, dei/delle trans.

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Centro Interculturale delle donne di Trama di Terre

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Comunicato di sostegno da Donne in Nero BO

Care donne di Atlantide tutte,

come sapete noi Donne in Nero siamo al vostro fianco, sapete che Atlantide è stato ed è per noi non solo uno spazio delle e per le donne ma anche un luogo che sentiamo appartenere alla nostra storia di Donne in Nero in questa città, un luogo dove abbiamo scambiato idee e percorsi di lotta, dove abbiamo anche organizzato incontri con donne provenienti da luoghi di conflitto armato come la Colombia o di violenza estrema contro le donne come Ciudad Juarez. Per noi è stato molto importante condividere con voi elaborazioni ed esperienze con reciproco apprezzamento.
Un luogo assume il sapore e il profumo di quello che vi si svolge dentro, sgomberare Atlantide dopo tanti anni, sarebbe un atto di cancellazione di una storia e un’autentica azione contro l’agibilità politica delle donne a Bologna.
Questa città ha bisogno di maggiori spazi e visibilità per le donne e quindi ci uniamo a tutte le associazioni e singole che hanno già scritto mettendoci a disposizione per le iniziative che collettivamente o su invito di Atlantide si decida di fare, un abbraccio a voi tutte,
Donne in Nero Bologna
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Violenza sulle donne:emergenza socio-sanitaria o questione politica?

QUELLE CHE NON CI STANNO invitano tutte al dibattito:
Violenza sulle donne:emergenza socio-sanitaria o questione politica?

Vi racconteremo la recente nascita del centro antiviolenza di Trama di Terre di Imola partendo dalla sua storia di attenzione verso tutte, anche verso quelle più esposte alle violenze da una legge razzista (vedi Bossi-Fini) e da una tradizione che sembra valere troppo spesso da alibi e giustificazione.

Discuteremo del fondamentale ruolo dei centri antiviolenza nel riconoscimento della violenza maschile come questione politica al fronte di un’”attenzione di massa” tardiva e superficiale, che rischia di svuotare il femminicidio del suo più profondo significato.

Insieme a Trama di Terre ed alla Casa delle Donne per non subire Violenza di Bologna affronteremo le strategie e le possibilità d’azione, affinché la violenza sulle donne ormai esplosa, perché non più occultabile, visti i numeri impressionanti di donne uccise, non venga strumentalizzata e resa una questione socio-sanitaria affrontabile da chiunque, negando così l’esperienza e i saperi costruiti in questi decenni dal movimento femminista.

Siete TUTTE invitate MARTEDI 4 GIUGNO 2013
Ad ATLANTIDE p.ta S.Stefano
H.19.00 aperitivo “liquido e solido”
H 19.30 Interviene :Tiziana Dal Prà Presidente dell’Associazione Trama di Terre
Deborah Casale della Casa delle Donne per non Subire Violenza di Bologna
Elsa Antonioni Socia Fondatrice della Casa delle Donne per non Subire Violenza di Bologna

A conclusione ci salutiamo in musica con Angelina e Ester

Quelle che non ci stanno
maragridaforte@inventati.org

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laboratorio erotico ad Atlantite p.ta S.stefano – 7 aprile ore 16,30

Quelle che non ci stanno invitano le donne e le lesbiche

Ad un laboratorio erotico ad Atlantide.
Domenica 7 Aprile alle ore 16 e 30

Mai sconnesse dai nostri corpi, sempre connesse con noi stesse.

Ulululì ulululà!

Non si dice ma si fa!

INCORPORIAMOCI

Un percorso transerotico tra ponente e levante elementi di respirazione,

distensione,
scioglimento, attivazione
circolatoria muscolare e vocale, focalizzazione sensoriale, esplorazione
dei canali energetici, fantasticherie, eccessi, sfumature, scuotimento,
intimità, tenerezza, ascolto e reciprocità.

Durata 2 ore e 30min – Numero max. 15 partecipanti vestite comode e
calde senza scarpe –
Portare acqua minerale, voglia di sperimentare, rispetto e fiducia
verso tutte – Lasciare a casa malizia, secondi fini e preconcetti –

Opzionale: portare immagini, suoni, odori, sapori e superfici che ci
danno piacere. Una coperta o un tappeto.

Date conferma di partecipazione rispondendo alla mail maragridaforte@inventati.org entro venerdi’ 5.

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Vite saperi e desideri non si mettono al bando

Difficile sintetizzare una esperienza di occupazione e autogestione che si evolve da oltre 15 anni, difficile ricostruirla organicamente. Le impronte di questa storia, infatti, sono diffuse tra una  moltitudine di persone, ne hanno cambiato le relazioni, il linguaggio, le azioni, andando a costituire una comunità affettiva tra diversi posizionamenti politici e soggettivi, creando nuovi e imprevisti ma solidi legami sociali.

Atlantide è il nostro comune habitat sociale, quello che abbiamo scelto di costruire. Un habitat capace di accogliere e valorizzare le differenti forme di vita che la abitano e di garantirne la convivenza a partire dal reciproco riconoscimento. Un habitat che rifiuta vecchi e nuovi fascismi, che non ammette, né per ignoranza né per qualsiasi altra ragione, comportamenti sessisti, razzisti o lesbo-trans-omofobici.

Ora ci viene detto che tutto questo non vale, non conta. 

Il Cassero di Porta Santo Stefano, che ovunque è conosciuto come Atlantide, è stato messo a bando d’imperio e assegnato a due associazioni completamente estranee alla sua storia. 

Ci hanno detto che quel bando con cui cercano di spazzare via la nostra esperienza è legittimo perché è stato votato all’unanimità da tutti i partiti politici. Ci hanno provocatoriamente suggerito di candidarci e farci eleggere per far rispettare la nostra voce, la nostra storia, le nostre vite. 

Perché la rappresentanza riconosce solo se stessa.

Come se la nostra storia non contasse nulla, come se non contassero nulla oltre un migliaio di messaggi firmati di sostegno e complicità, quelli delle singole e dei singoli, quelli dei gruppi, dei collettivi, delle associazioni sparse dentro e fuori i confini di questo paese.
A proposito del feticismo delle regole dispiegato ovunque in queste ultime settimane, dal comune all’università ai media, ci fa sorridere dover ricordare un fatto semplice: autogestione non significa assenza di regole. Significa invece continua rinegoziazione delle regole della con-vivenza sociale, fuori e dentro i nostri luoghi, proprio perché frutto della condivisione. E la condivisione, che ha come fulcro la materialità delle vite, è un processo continuo e aperto di incontro, confronto, a volte anche di conflitto. Non la ripetizione formale stanca e meccanica di una formula.

C’è chi si riempie la bocca di partecipazione, dialogo, democrazia, ma la proposta che abbiamo ricevuto è né più né meno la stessa che è stata data ad altre esperienze di autogestione negli ultimi mesi in questa città: “uscite da lì e poi ne parliamo”.

E’ evidente che su questo piano non può esserci dialogo, tantomeno può esserci una “trattativa”.

Per la giunta comunale e il quartiere Santo Stefano è prioritario avere femministe, lesbiche, gay, queer e punk fuori dal Cassero di Porta Santo Stefano, ma nessuno ha spiegato le ragioni di questa priorità. Sono ormai due mesi che lo chiediamo. Giocate a carte scoperte, abbiate il coraggio di dire chiaramente e pubblicamente perché ci volete fuori dal Cassero. Sarebbe almeno un po’ più onesto e si potrebbe finalmente cominciare a “discutere” di politica.
La nostra, di politica, si è sempre inserita all’interno di reti cittadine tra esperienze di autogestione.
Negli anni abbiamo sempre partecipato alla difesa di spazi “liberati” in città e alla presa di spazi ancora da liberare.
Sentiamo ancora “calda” la partecipazione alla mobilitazione contro lo sgombero
di Bartleby, perché quello che accade agli altri spazi sociali ci riguarda direttamente. Abbiamo partecipato all’occupazione di Santa Marta, non solo per sperimentare immediatamente quello che possiamo fare collettivamente dopo uno sgombero ma soprattutto perché siamo convinte che solo attraverso queste pratiche si può dare concretezza ad un progetto di reale partecipazione che superi il teatrino della rappresentanza.

In questo momento, ci teniamo molto anche a fare chiarezza sulle parole: vogliamo parlare della politica degli sgomberi, perché anche nel caso di Atlantide di sgombero si tratterebbe, non di “sfratto”. Perché noi il Cassero l’abbiamo occupato, perché crediamo nella pratica politica delle occupazioni, e oggi, in piena crisi, ci crediamo più che mai.

Perché l’occupazione è riappropriazione di spazi, tempi e forme di vita libere. E se i dispositivi di potere cambiano nome per mimetizzarsi, è evidente che gli effetti sono sempre i medesimi e soprattutto che il progetto di società che li sostiene è il medesimo.

Perché anche l’accogliente Bologna riconosce cittadinanza alle donne, alle lesbiche, ai gay, alle e ai trans solo in quanto “oggetto” di tutela e assistenza. Noi siamo invece soggette autonome, attive e autoderminate che si autorganizzano per costruire la propria idea di città e società da protagoniste. Non ci interessa la logica dello sportellismo, non abbiamo “servizi” da offrire, non intendiamo erogare lavoro gratuito (quello che chiamano “volontariato”) per la sussidiarietà che crea profitto sulle macerie del welfare, non ci interessa la politica “associazionista” dietro cui si cela la produzione di reddito.
Perché facciamo e vogliamo continuare a fare altro.
Come femministe e lesbiche abbiamo lavorato in sinergia con altre contro la violenza alle donne per denunciare il femminicidio come crimine di stato, attuato ed avvallato dalle istituzioni stesse.
Per noi il lesbismo, nella misura in cui è dichiarato, diventa politico; non è più una esclusiva questione di orientamento sessuale ma un’impostazione generale che destabilizza radicalmente l’ordine eterosociale che istituzioni e buonsenso comune si impegnano a conservare e riprodurre.
Per noi il lesbismo, soprattutto se consapevolmente politico, è un’espressione radicale di autonomia che va a vantaggio della libertà di ogni donna.
Come transfemministe e queer abbiamo scelto apertamente la politica dell’intersezione con i movimenti contro il debito e le politiche di austerity. La presenza visibile e qualitativamente rilevante di lgbtq negli Occupy americani e nelle Acampadas spagnole ci ha ricordato che la liberazione queer è lotta di classe e che non ci può essere giustizia sociale per le donne, le lesbiche, le trans e le queer senza una messa in discussione radicale dell’attuale sistema di organizzazione sociale ed economico, del lavoro, dei generi.
Come punk, l’autoproduzione è una scelta consapevole e conflittuale rispetto ad un macro-mercato che non ci appartiene e che vuole incasellare ogni aspetto della vita, della socialità e della cultura all’interno di categorie di articoli da pubblicizzare, vendere e gettare via. Come fossero e fossimo solo merci ed utenti della macchina del guadagno. Tale processo ha il duplice effetto di creare una società piramidale, basata solo su consumo e richiesta di mercato e di mercificare qualsiasi libera forma di comunicazione. Autoprodurre, in modo particolare la musica, significa creare una rete di partecipazione e collaborazione dal basso, abbattendo il confine tra lo spettatore pagante e l’artista
che crea la musica e tra l’artista ed il manager. Nessuno è artista (chaos non musica, dicevano i Wretched), non esistono i manager perché non servono intermediari dell’industria discografica che censurino o indirizzino la libera espressione, nessuno è spettatore pagante ma è parte integrante di uno spazio autogestito.

Le vite, i saperi, i corpi e i desideri non si possono mettere a(l) bando.
Atlantide resta dov’è e noi con lei.

le Atlantidee r-esistenti

la mail atlantideresiste@gmail.com
il blog della mobilitazione https://atlantideresiste.noblogs.org/
la petizione https://www.autistici.org/atlantideresiste/
la pagina FB: https://www.facebook.com/AtlantideResiste

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One Billion rising – 14 Febbraio 2013

Aderito e Partecipiamo a:

” O n e   b i l l i o n   r i s i n g “

Una donna su tre, sul nostro pianeta, è stuprata o picchiata durante la sua vita
Un miliardo di donne violate è un’atrocità
Un miliardo di donne che danzano è una rivoluzione

Accadrà in tutto il mondo il 14 febbraio 2013

«One billion rising» (Un miliardo si solleva) è un’ambiziosa campagna creata da Eve Ensler, autrice de «I monologhi della vagina» un testo teatrale messo in scena in 140 Paesi dal 1998 in poi per celebrare la bellezza delle donne e condannare ogni violenza.

Il progetto del 14 febbraio prossimo vuole mostrare la forza collettiva delle donne, quando decidono di insorgere per mettere fine alla violenza. L’obiettivo è infatti quello di creare attraverso il ballo una forma di protesta celebrativa e nonviolenta, con la volontà di trasformare il 14 febbraio 2013 in una giornata di riscatto universale contro le ingiustizie che le donne subiscono. «Un miliardo di donne che danzano scuoterà la Terra» dice Eve Ensler.

Anche a Imola vogliamo lanciare questo evento, riprendendo il filo delle iniziative contro la violenza che abbiamo organizzato in occasione del 25 novembre scorso.

Ci siamo lasciate con delle scarpe rosse… adesso vogliamo ballare con quelle scarpe rosse! Lo faremo giovedì 14 febbraio 2013 alle ore 18 in Piazza Matteotti

Nel frattempo, per imparare la coreografia da ballare in piazza ci vediamo:

LUNEDì 4 FEBBRAIO, ore 18-20, con Cinzia Ravaglia, presso il Centro Sociale Tiro a Segno, via Tiro a Segno, 2 (angolo via Boccaccio), Imola (BO)

MARTEDì 12 FEBBRAIO, ore 17-19, presso il Teatro Lolli, via Caterina Sforza, 3, Imola (BO)

Vi aspettiamo numerose/i!!
L’iniziativa è stata lanciata da Trama di Terre/Centro Interculturale delle donne, UDI Imola, Coordinamento donne Cgil e Spi-Cgil Imola, all’interno del modulo “Nutrire la memoria per non perdere i diritti” della rassegna “Far vivere i diritti delle donne”.
Ad oggi hanno aderito: Associazione TILT (Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro), Amnesty International Imola, Associazione ADARK (Associazione Donne Africane del Regno Kongo), Associazione Brigata 36, Associazione PerLe Donne, 5C dell’Istituto A. da Imola, Rete degli Studenti Medi Imola, Associazione Uongai, Assemblea anarchici imolesi, Quelle che non ci stanno (Bologna), Associazione ExtraVagantis, Consiglio dei cittadini stranieri e apolidi della Provincia di Bologna, Seacoop Coop. Sociale Onlus (adesioni aggiornate sul sito www.tramaditerre.org)
Per info e adesioni chiamate o scrivete a: 054228912, info@tramaditerre.org
Questo il link al sito italiano della campagna
Qui potete vedere il video promozionale della campagna prodotto da Eve Ensler e Tony Stroebel
Qui potete vedere il video di “Break the chain” sulla musica di Tina Clark e Tim Heintz
Testo di “Break the chain” tradotto in italiano da maria Di Rienzo
“Over it” (Stanca di) e “Rising” (Insurrezione): ultimi monologhi scritti da Eve Ensler in occasione del 14 febbraio 2013

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AtlantiDee in consiglio comunale – 15/01/2013

AtlantiDee in consiglio comunale – 15 gennaio 2013

le Atlantidee a palazzo d’Accursio interrompono la seduta del Consiglio comunale: Atlantide esiste, insiste, resiste. Atlantide deve vivere! 

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Ieri abbiamo fatto una visitina al consiglio comunale per ricordare loro che Atlantide esistee non affonderà… L’assessore Matteo Lepore ci ha proposto un incontro che avrà luogo nei prossimi giorni. I collettivi di Atlantide hanno ribadito che intendono gestire in maniera totalmente trasparente e su un piano pubblico qualunque comunicazione con l’amministrazione di questa città, e che sono determinati, insieme a tutte e tutti voi, a far sì che Atlantide resti dov’è.

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Assemblea del baraccano a palazzo d’accursio – 01/01/2013

dall’assemblea del baraccano a palazzo d’accursio

Carissime e carissimi, grazie a tuttu per la bellissima e numerosissima partecipazione all’assemblea di Atlantide R-esiste al Baraccano di ieri sera!

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Ora è chiaro che non solo tutte e tutti insieme più determinate che mai sapremo difendere Atlantide, ma anche che, con la forza dell’immaginazione politica, siamo pronte e pronti a rilanciare, aprendo un nuovo processo costituente per la valorizzazione delle esperienze di autogestione e autorganizzazione di questa città!

Vi aspettiamo lunedì alle 13 sotto Palazzo d’Accursio per andare insieme in consiglio comunale.

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ALLARME SPAZI DELLE DONNE IN CITTA’: ATLANTIDE A RISCHIO assemblea Mercoledì 09/01 ore 20 sala del Baraccano

Bologna 6-1-2013

Care compagne

Care donne , care lesbiche, care ragazze, care bambine

Insomma care tutte

Siamo qui di nuovo a scrivervi perché la fine dell’anno ha portato con se anche la spiacevolissima notizia per la quale la nostra sede storica (15ANNI!!!!), Atlantide a p.ta S. Stefano non ci spetterebbe più e verrebbe invece assegnata per mezzo di un bando a delle associazioni  che sembrerebbe abbiano requisiti ed intenti migliori dei nostri.

Come molte di voi già sanno  Atlantide è stata dal 1998 la sede del Collettivo Clitoristrix  femministe e lesbiche  e poi dal 2006 la sede di Quelle che non ci stanno altro gruppo femminista e lesbico impegnato nello specifico su un lavoro contro la violenza maschile sulle donne.

Atlantide  è stata ed è tuttora la sede di gruppi di donne che hanno fatto la chiara scelta del separatismo come presupposto irrinunciabile per lo sviluppo di un pensiero autonomo, di gruppi che hanno scelto di avere sempre e comunque come referenti le  donne sollevandosi così dall’eterna marginalità e dal sacrificio di anteporre sempre gli altri a se stesse. E’ stata la sede di gruppi di donne e lesbiche che  si sono  poste al centro come soggetti e oggetti della propria politica.

Atlantide è stato il luogo nel quale per 15 anni ininterrottamente ci siamo incontrate ed abbiamo incontrato molte di voi nei vari coordinamenti per affrontare questioni sia a livello territoriale (devastazione consultori pubblici, politiche locali di smantellamento del welfar, violenze istituzionali o private ecc. ecc.ecc.) che nazionale (grandi manifestazioni contro la violenza maschile -2007-2008-2009,….) che internazionale (sostegno ai comitati delle donne Palestinesi, Incontri con le donne messicane che denunciavano il femminicidio ben prima che qui se ne avesse anche sentore, collaborazioni con la Ruta Pacifica de las Mujeres colombiane…… ) E’ stato il luogo nel quale ai vissuti delle donne veniva riconosciuto valore sollevando a dignità politica ciò che in qualsiasi altro luogo poteva essere accantonato come marginalità privata.

E’ stato il luogo che abbiamo consapevolmente diviso nel rispetto della reciproca autonomia , con il gruppo punk Nulla Osta e  Antagonismo gay\Smaschieramenti con il dichiarato intento che la discriminante antissessista  dovesse essere caratteristica prioritaria ed imprescindibile dello spazio.

Crediamo che Atlantide sia uno spazio che garantisce a tutte la possibilità di prendersi cura di se e delle altre  con  un percorso politico continuativo e autonomo o semplicemente la possibilità di vivere una serata con la garanzia di esprimere se stesse in piena libertà e sicurezza, dati non affatto scontati. In sostanza crediamo che sia uno spazio che da a questa città possibilità di evoluzione

Mentre l’ Emilia Romagna si rivela una delle regioni con il più alto numero di denunce per violenze contro le donne e mentre Bologna si erge a città avanguardia nella promozione dei diritti delle donne tanto che il sindaco si attribuisce le “pari opportunità” perché centrali nel  governo della città, si procede alla sottrazione di spazi a gruppi di donne che hanno sempre  agito politiche e assunto posizioni non equivoche  di contrasto alla violenza maschile.

Ci siamo sempre schierate perché in città ci fossero più  spazi per le donne e per difendere quelli che esistono e che in vari contesti  ci avrebbero voluto sottrarre

Per tutte le estromissioni di cui siamo state oggetto nei secoli dei secoli Crediamo che le donne debbano solo essere risarcite,e non certo ulteriormente defraudate ; come dire abbiamo un credito da presentare che qualcuno dovrebbe preoccuparsi di colmare, non certo di accrescere.

Per tutto questo non siamo disposte a farci portare via ciò che faticosamente abbiamo costruito negli anni  e piacevolmente condiviso né tantomeno a metterci di buona lena per ripartire da zero.

Siamo determinate a difendere il nostro SPAZIO  e la nostra voglia e tenacia nel difenderlo  sarà più forte nella misura in cui sentiremo che è uno spazio prezioso anche per le altre.

Vi chiediamo per questo sostegno e attenzione

Vi invitiamo a firmare la petizione che sostiene Atlantide  passando dal Blog quellechenoncistanno, Atlantide Resiste,   http://www.autistici.org/atlantideresiste/  o dalla pagina facebook  www.facebook.com/AtlantideResiste.

E vi comunichiamo l’ASSEMBLEA PUBBLICA che si terrà Mercoledì 9 gennaio alle h.20 nella sala del Baraccano in via Santo Stefano 119.

Donne di Mondo / Clitoristrix / Quelle che non ci stanno

CI AIUTANO A DIFENDERE ATLANTIDE

“Una città che vuole lottare contro la violenza alle donne non può fare a meno del contributo di Atlantide.  Con loro abbiamo organizzato  presidi, manifestazioni, dibattiti contro il femminicidio, contro gli stupri, contro ogni forma di esclusione, discriminazione e di maltrattamenti.  Come loro abbiamo costruito uno spazio di aggregazione per vincere l’isolamento che è uno dei presupposti della violenza alle donne.  Atlantide è uno spazio sicuro e protetto dove la paura è bandita anche nei momenti in cui abbassiamo le nostre difese, nei momenti in cui ci abbandoniamo al nostro lato dionisiaco. Difendiamo questo spazio

le Armonie”

“Anche l’Associazione Orlando vuole esprimere il proprio sostegno alla popolazione Atlantidea, una ricchezza per questa città, un terreno florido su cui far fiorire la biodiversità che non deve essere “cementificato”. La vostra pratica delle relazioni, la sperimentazione, la creatività nel pensiero e nelle forme di vita sono un patrimonio non facilmente riproducibile che non possiamo permetterci vada perduto.
Nella speranza che il Comune di Bologna e il Quartiere Santo Stefano riconsiderino le proprie posizioni, siamo con voi!”

“Partiamo dal principio che ogni spazio pubblico che viene riqualificato con le pratiche dell’autogestione e dell’autodeterminazione debba essere difeso e sostenuto. Tutto questo e l’esistenza di diversi collettivi sono una ricchezza per il territorio e la città”. La Casa delle Donne LUCHA Y SIESTA – Roma”

L’associazione Fuoricampo appoggia, sostiene ed è solidale con le compagne e con i compagni dei gruppi di Atlandide, a cui siamo legate da relazioni politiche di collaborazione  e di lotta comune e da relazioni personali di stima, amicizia e affetto.
Antagonismogay, Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix e Quelle che non ci stanno da tantissimi anni hanno fatto di Atlantide un luogo lesbico/gay/trans/queer: attivista, creativo, politico, culturale, visibile!

Uno spazio di elaborazione politica e pratica di autodeterminazione delle persone lgbtq e non solo.
Un luogo che si auto-sostiene da quindici anni, un luogo libero dove si sono incontrate e incrociate tante svariate realtà da tutto il mondo, un luogo antisessista!

Da anni si sta attuando in città la politica di sottrazione degli spazi autonomi dove si produce pensiero e azione, noi non ci stiamo a questo ennesimo sfratto.
Chiediamo che l’amministrazione cittadina riconosca il valore simbolico e politico che Atlantide rappresenta in città e che ritorni su suoi passi.

Come lesbiche e femministe ci autorizziamo a citare lo slogan:”No agli scambi politici sul corpo delle donne” ribadendo:
No agli scambi politici sull’affossamento di Atlantide!

Le Fuoricampo

“un vecchio striscione diceva ” bologna capitale degli sgomberi”
togliere Atlantide alle compagne che l’ hanno fatta vivere per tantissimi anni ,significa cancellare con un gesto di bassa burocrazia, anni di lotta contro la violenza maschile e di autodeterminazine lgbtq…
adesso ci risiamo… lotteremo fino nalla vittoria per difendere i nostri spazi!!!

Layla”

“Atlantide fa parte della storia di Bologna : è un luogo denso di vita per la difesa delle donne e delle lesbiche e contro tutte le discriminazioni liberticidi. Io non sono di Bologna (francese, abito a Toulouse) e mi è piaciuto ritrovarmi tante volte in questo luogo di amicizie solidali.

Un luogo che riflette le nostre lotte, i nostri sogni di una società senza sessismo ne maschilismo. Atlantide è la nostra cultura e Bologna ne ha bisogno. Chiudere Atlantide sarebbe quindi una vergogna politica, un errore politico e un’ingiustizia
politica.

Jacqueline Julien Presidente di Bagdam Espace lesbien – Toulouse, France”

“”Siamo convinte che Atlantide sia una ricchezza per la città tutta. Per
> questo chiediamo che le amministratrici e gli amministratori lo
> riconoscano senza infingimenti. Destinandole uno spazio adeguato alle
> attività culturali, politiche, relazionali che le sono proprie

> Le donne della Libreria delle Donne di Bologna”

“siamo sempre state favorevoli a sostenere gli spazi autogestiti. l’esperienza di atlantide, che vede condividere la lotta, la visibilità, la forza e la tenacia di realtà che altrimenti sarebbero occultate, non può e non deve finire. la salvaguardia degli spazi e la loro quotidianità è parte integrante della nostra storia.

Coordinamento Lesbiche Romane”

Comunicato in solidarietà di Atlantide di ArciLesbica Bologna

Apprendiamo con rammarico che l’amministrazione comunale e del quartiere Santo Stefano minaccia di sfrattare dalla loro storica sede i gruppi femministi, lesbici, queer e punk che dal 1998 popolano il Cassero di Porta Santo Stefano.
Atlantide è sempre stata per Bologna e per la comunità lgbtiq bolognese un punto di riferimento imprescindibile, luogo politico e identitario che con la sua stessa esistenza ha contribuito, e contribuisce tutt’ora, a delineare l’aspetto di una città che della sua capacità di accoglienza si è sempre fatta vanto.
Come già nel 2011, questa stessa città, tradendo in un certo senso anche la sua di identità, vuole riassegnare gli spazi di Porta Santo Stefano in favore di associazioni che nulla hanno a che fare con Atlantide.
Questa volontà svela, noi pensiamo, una generale mancanza di considerazione da parte delle amministrazioni cittadine per una realtà politica e culturale che invece opera da anni sul territorio bolognese, distinguendosi come centro importante di aggregazione e di produzione culturale e politica lgbtiq.
Il Cassero di Porta Santo Stefano è andato configurandosi sempre più, negli anni, grazie anche alla capacità di autodeterminazione dei gruppi e dei collettivi che lo hanno abitato, prima di tutto come luogo di appartenenza e non certamente solo come luogo fisico come sembra dimostrare invece l’atteggiamento delle istituzioni bolognesi.
Come ArciLesbica Bologna sosteniamo e appoggiamo i gruppi di Atlantide: l’esistenza di spazi di autonomia e di elaborazione politica di tal genere non può e non deve essere messa in secondo piano.

Rossella Carpiniello, presidente ArciLesbica Bologna

 

Atlantide non si tocca, Atlantide non affonderà in questo mare di burocrazia e interessi.

LUNGA VITA AD ATLANTIDE E ALLE ATLANTIDEE (Clitoristrix/Quellechenoncistanno, Antagonismo gay/Lab. Smaschieramenti e NullaOsta)!! 

Il Cassero di porta Santo Stefano è la sede storica di gruppi di froce, lesbiche, femministe e punk che dal 1998 hanno dato vita ad un’esperienza unica nel territorio di Bologna. Atlantide è una rete, un punto di riferimento per tutte quelle soggettività che non hanno mai avuto un riconoscimento sociale nella loro vita e neanche lo cercano. Dissidenti e reietti di identità eteronormate si sentono a casa tra queste mura che, per chi non le conosce, sembrerebbero poter offrire rifugio solo a poche individue. Ma in realtà la popolazione Atlantidea è numerosa, è varia, ed ha sempre trovato il suo posto.

Atlantide è uno spazio in cui non è stata mai chiesta una tessera per entrare a farne parte. Ci sono, certo, dei requisiti minimi di posizionamento e socialità per accedervi: antisessismo, antifascismo e antirazzismo sono principi elementari alla base di qualunque evento, iniziativa o momento pubblico a cui i collettivi di Atlantide hanno dato vita. Come potrebbe essere altrimenti?

Il tentativo di delegittimazione della storia e della funzione politica di Atlantide portato avanti dal Quartiere Santo Stefano ormai da anni non potrà trovare che r-esistenza. Così non è più mascherabile la facciata cattiva e normalizzante dell’amministrazione comunale bolognese che ad ogni passo in avanti fatto dai movimenti in termini di occupazione e liberazione di spazi sociali o abitativi, risponde con sgomberi e repressione, legittimando e non ostacolando il riproporsi di organizzazioni nazi-fasciste nel tessuto sociale dello stesso quartiere.

 Il gioco-forza messo in piedi contro Atlantide sembra essere più edulcorato, ma anche più subdolo, nella misura in cui riduce tutto ad una pura pratica amministrativa: l’indizione di un bando di assegnazione e la relativa non idoneità dei gruppi già presenti all’interno della sede.

Comune e Quartiere hanno a disposizione molteplici spazi da poter assegnare tramite bandi pubblici: il bando su Atlantide ha un chiaro obiettivo politico, è stato fatto ad hoc per escludere le soggettività che in questo momento occupano, vivono e attraversano Atlantide.

 Per fare qualche esempio e per evidenziare le contraddizioni di chi ha valutato (ci riferiamo alla direttora del quartiere, l’avvocata Daniela Gemelli, affiancata da un’eventuale e apposita commissione tecnica) i progetti presentati dalle associazioni che hanno partecipato al bando, riportiamo due degli ambiti di attività di cui le associazioni devono essere promotrici:

“- Attività di formazione e di promozione dell’occupazione lavorativa, in particolar modo dei giovani al di sotto dei 35 anni di età; progetti di sostegno della riqualificazione professionale, tenendo in considerazione la riscoperta delle arti e mestieri, nonché delle esperienze e delle eccellenze delle professioni tipiche bolognesi;

– Attività culturali che operano nell’ambito dell’impegno civile, tutela e promozione di diritti umani, con particolare riguardo alle tematiche legate alla sessualità di genere.”

Chi decide quali sono i diritti da tutelare e quali no? Quali sono i diritti umani che Comune e Quartiere Santo Stefano ritengono meritevoli di promozione e quali ancora non hanno ottenuto questo rango? Ci domandiamo: è questa l’idea di occupazione lavorativa e promozione sociale che gli enti politici in questione hanno in mente?

 Conosciamo bene le retoriche integrazioniste e assistenzialiste che ripuliscono e imbellettano le condizioni reali di sfruttamento lavorativo vissuto sulla pelle delle donne, delle e dei migranti e di tutte le soggettività non conformi.

 Atlantide invece si è sempre discostata da questo tipo di retoriche assimilazioniste: l’isola di Porta Santo Stefano ha da sempre rappresentato la realizzazione possibile della felicità per quelle soggettività “disadattate” e abiette in un mondo che non le riconosce e nemmeno le rappresenta. Le Atlant-idee non producono formazione bensì pensiero critico e autoformazione, non si inseriscono in meccanismi di (ri)produzione ma praticano l’autoproduzione, non promuovono l’occupazione lavorativa se finalizzata alla precarizzazione delle nostre vite e allo sfruttamento delle diversità per le logiche del mercato, non utilizzano la retorica eteronormata delle pari opportunità per maschile e femminile ma concepiscono, creano e performano i generi, liberandone i desideri.

 Ad Atlantide non c’è messa a valore e sfruttamento delle differenze, non c’è normalizzazione di vissuti soggettivi o appiattimento su modelli di integrazione sociale che includono qualcun* per escludere qualcun’altr*.

Come Collettivo femminista Mujeres Libres diamo la nostra solidarietà a questa lotta che è fatta di idee, di corpi, di pratiche, di anni di militanza e sovversione, che ci appartengono. Atlantide non affonderà perchè si nutre di desideri di liberazione che, sappiamo tutt*, non sono grigie pratiche amministrative.

 

e tantissime tantissimi   *   siamo a più di 1100 firme !!!

http://autistici.org/atlantideresiste/index/elencofirme/

Pubblicato in atlantide | Commenti disabilitati su ALLARME SPAZI DELLE DONNE IN CITTA’: ATLANTIDE A RISCHIO assemblea Mercoledì 09/01 ore 20 sala del Baraccano

Se Atlantide affonda, la cercherete per millenni!

Se Atlantide affonda, la cercherete per millenni!

Atlantide é la sede di gruppi femministi, lesbici, gay, queer e punk dal 1998. Sono questi stessi gruppi che da allora hanno vissuto, fatto vivere e aperto alla città il cassero di Porta Santo Stefano, promuovendo libertà e autonomia per le donnevisibilità politica e (auto)organizzazione femminista e lgbtiqautoproduzione e distribuzione culturale indipendentesocialità non mercificata.

La nostra forza sta in questa storia, ma é proprio questa storia che ci rende scomode.

Oggi, il perverso tentativo di governare la ricchezza della nostra esperienza, messo in campo negli ultimi quattro anni dall’amministrazione comunale e dal quartiere Santo Stefano, sembra volerci presentare l’atto finale. Attraverso i recenti esiti di un bando per l’assegnazione dello spazio, ci fanno sapere che Atlantide deve morire e che i collettivi Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristix/Quelle che non ci stanno e NullaOsta dovrebbero abbandonare il cassero in favore di tre associazioni completamente estranee alla sua storia più che decennale.

Ci avevano già provato nel 2011. La commissaria Cancellieri, prima di lasciare la città e diventare successivamente ministro dell’Interno, dettò le linee guida per un bando che proponeva di assegnare il nostro spazio ad associazioni che si occupassero di tutela ambientale o di salvaguardia del patrimonio culturale. Contro quella decisione politica ci eravamo mobilitate, insieme ad un’ampia fetta della città, con una chiara rivendicazione “Finocchie selvatiche, femministe in erba, punk in fiore: siamo noi la vera biodiversità!“. Il risultato fu che il quartiere uscente, anch’esso commissariato, decise di non assegnare lo spazio nè alle associazioni che rappresentavano i tre collettivi, nè ad alcuna altra associazione concorrente.

A chiunque sia minimamente dotato di senso critico, apparirà subito chiaro che la volontà di dichiarare finita la nostra esperienza con un atto burocratico non é il frutto di una decisione meramente tecnica, bensì di una precisa scelta politica: dal governo nazionale uscente abbiamo imparato molto bene quanto la retorica e i dispositivi ammantati di “meritocrazia” non siano altro che espedienti per camuffare scellerate scelte politiche e non assumersene pubblicamente la responsabilità.

Ma se é proprio di “merito” che si vuole parlare, siamo certe che la lunga esperienza di Atlantide sia più che “meritevole” di un’assegnazione diretta in comodato d’uso gratuito.

Del resto, la scelta operata nei nostri confronti e di altre esperienze in città ci sembra ben poco in linea con l’intento propagandato dalla nuova giunta comunale di voler superare la logica dei bandi, per garantire la libera espressione e partecipazione alla vita sociale.

A dispetto dei tentativi tecnocratici, i collettivi di Atlantide non hanno acquisito nulla di “convenzionale”, bensì hanno ulteriormente consolidato la propria convinzione. Ribadiamo quindi ancora una volta che la legittimità a mantenere viva e riprodurre la nostra esperienza sta tutta nella nostra storia e nella passione determinata di migliaia di persone, singole e gruppi che hanno in Atlantide un punto di riferimento irrinunciabile.

Forti della consapevolezza che la preoccupazione per la (r)esistenza di Atlantide sia diffusa e condivisa, chiediamo a tutte e tutti di tenere alta l’attenzione, di firmare la petizione per la sua difesa e di partecipare all’assemblea cittadina che abbiamo programmato per il 9 gennaio. Le femministe, le lesbiche, le froce e i punk atlantidei hanno ancora molto da dire e da fare, in questa città e non solo.

Antagonismogay/Laboratorio Smaschieramenti, Clitoristrix/Quelle che non ci stanno, NullaOsta

web: smaschieramenti.noblogs.org

facebook: Lab Smaschieramenti

info: infosmaschieramenti@inventati.org

atlantideResiste: atlantideresiste.noblogs.org

petizione per atlantide: www.autistici.org/atlantideresiste

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