quelle che non ci stanno

Coordinamento contro la violenza “

striscione quelle che non ci stanno

Quelle che non ci stanno”, costituitosi a settembre del 2006 a seguito di un’aggressione agita ai danni di una di noi.Il gruppo per il quale parlo è costituito di donne e di lesbiche sia appartenenti a gruppi già attivi da anni sul territorio, come Clitoristrix, Fuoricampo, Donne fuori, Amazora, Armonie, sia da donne singole che seguono questo percorso sin dal suo avvio.
Da quando esistiamo abbiamo fatto numerose presenze pubbliche contro la violenza
Siamo state alla festa dell’unità a Parco Nord a ridosso dell’aggressione di Mara, siamo state in Cirenaica quartiere nel quale è stata aggredita e violentata una ragazza, da un suo amico e dall’amico del suo amico, sotto la casa dei suoi aggressori e in università zona di frequentazione dei suddetti Siamo state nel centro di Bologna e ai giardini Margherita luogo nel quale è stata massacrata di botte una donna per non aver assecondato coloro che la importunavano.
Quando scriviamo,parliamo, comunichiamo,abbiamo come referenti le donne e le lesbiche ed oggi abbiamo manifestato in uno spezzone separatista le une affianco alle altre persuase come siamo, che questa battaglia possa essere portata avanti solo da noi perché quando parliamo di violenza sappiamo di cosa stiamo parlando e  purtroppo ci capiamo al volo.
Sappiamo che la violenza viene agita in numerosissimi modi contro di noi ammorbando il nostro quotidiano, somministrata in piccole medie e grandi dosi in ambito lavorativo sociale “culturale” familiare e che, più spesso di quanto veniamo a sapere, assume le sue forme più eclatanti con lo stupro ed l’assassinio
Riconosciamo come tentativo di deviazione, l’ operazione che strumentalizza l’appartenenza etnica e sociale degli aggressori,tentativo finalizzato a buttare fumo sugli occhi, a spostare l’attenzione dal centro del problema.
Abbiamo imparato fin troppo bene che gli aggressori non sono riconducibili a specifiche etnie o classi sociali o culturali l’unica cosa certa, l’unica cosa incontrovertibile, è l’appartenenza degli aggressori al genere maschile che non ci sembra un dato accidentale che ci sembra un dato irrilevante.
Ci sembra invece che abbia più peso, anche se sappiamo che la violenza colpisce tutte, l’etnia e la classe sociale di appartenenza delle donne aggredite che quando non sono italiane sono ancora più esposte che quando sono povere sono ancora più attaccabili che quando sono costrette alla clandestinità sono violabili senza nessun margine di rischio per i loro aggressori
La violenza è la prima causa di morte per le donne nel mondo e non pensate che siano i cosiddetti paesi sottosviluppati a determinare questo dato spaventoso perché anche nell’evolutissima e democratica Europa dei diritti umani, la violenza è la prima causa di morte per le donne fra i 18 e i 44 anni.
Quello di cui ci siamo rese conto, è che non c’è una lettura complessiva, non c’è una volontà politica che voglia centrare il problema, nè da parte dei governi di qualsiasi schieramento ne da parte di un opinione pubblica rattrappita e autocensurata;
le violenze contro le donne continuano ad essere lette come drammi familiari e privati anche se mietono più morti delle organizzazioni criminali ed anche se hanno elementi comuni in ogni angolo del pianeta.
Noi diciamo che la violenza contro le donne non è MARGINALITA’ PRIVATA è ATTO POLITICO CONTRO LA NOSTRA LIBERTA’, NOI DICIAMO CHE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE LESBICHE E’ CONTROLLO SOCIALE E DICIAMO CHE QUESTO CONTROLLO SERVE A MANTENERE INTATTI GLI SQUILIBRI DEL NOSTRO PIANETA CHE DANNO VANTAGGIO SOLO A MENO DELLA METà DEL GENERE UMANO.
VEDIAMO L’IMPUNITà GARANTITA AGLI AGGRESSORISTUPRATORI IN OGNI PARTE DEL MONDO e vediamo Le ALLEANZE fra politica economia magistratura e immaginario comune contro di noi.
VEDIAMO CHE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE LESBICHE PRODUCE PAURA TERRORE E morte e QUINDI LA CHIAMIAMO con il suo nome TERRORISMO
DICIAMO CHE E’ IN ATTO UNA GUERRA CONTRO LE DONNE ANCHE SE PER CONFONDERCI NON è MAI STATA DICHIARATA.
SIAMO PERò CONVINTE CHE REAGIRE SI Può PERCHè  L’ABBIAMO SPERIMENTATO E CHE REAGIRE SI DEVE ANCHE perché  comunque L’ALTERNATIVA NON è ALLETTANTE e non paga
CREDIAMO che le donne abbiano sempre più risorse di quelle che credono di avere nonostante molte ci siano state depredate ma che queste risorse debbano essere ben indirizzate verso noi stesse verso il nostro benessere.
Crediamo a partire dall’analisi del reale che oggi L’AUTODIFESA sia per le donne e per le lesbiche UN’OPZIONE IRRINUNCIABILE  che lo sia PER CHIunque di noi abbia l’ambizione DI TENERE LONTANA DA SE LA VIOLENZA
Siamo Convinte che il CORPO POSSA TRASFORMARSI DA LUOGO DELL’ATTACCO A LUOGO DELLA DIFESA così come siamo convinte che solo la SOLIDARIETà FRA DONNE E LESBICHE, L’ATTENZIONE CHE PRESTIAMO A NOI STESSE ED ALLE ALTRE POSSA GARANTIRCI E TUTELARCI ed anche che la DENUNCIA PUBBLICA SIA SEMPRE Più EFFICACE DEL silenzio.
SENTIAMO CHE QUESTA LOTTA SOLO LE DONNE E LE LESBICHE POSSONO FARLA NESSUNO HA INTERESSE A CHE LA VINCIAMO, solo noi possiamo smuovere qualcosa anche perché la nostra controparte non è affatto indefinita, ………non facciamo l’errore di crederlo.


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