assassino e stupratore.

Violenza su minore, indagato Placanica

Sotto inchiesta a Catanzaro l’ex carabiniere prosciolto
per la morte di Carlo Giuliani durante il G8 del 2001

 
 

MILANO – Mario Placanica, l’ex carabiniere accusato e poi
prosciolto per la morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, è
indagato dalla procura di Catanzaro per violenza sessuale su minore e
maltrattamenti. Mercoledì la minorenne – che all’epoca dei fatti aveva
11 anni – è stata ascoltata dal gip della città calabrese Gabriella
Reillo in sede di incidente probatorio, su richiesta del pubblico
ministero. L’ascolto della ragazzina, avvenuto in una struttura
protetta, si è reso necessario, si legge nell’ordinanza ammissiva di
incidente probatorio depositata il 26 ottobre 2009, «per garantire il
miglior ricordo dei fatti, verificatisi circa due anni fa, e verso i
quali la stessa ha manifestato un atteggiamento di rifiuto e di
tendenza alla rimozione, come desumibile dall’atteggiamento di non
collaborazione» rilevato da una psicologa, e in generale «dal
sentimento di vergogna, con conseguente reticenza»

L’ORDINANZA
– «È indispensabile – si legge nell’ordinanza di incidente probatorio,
depositata il 26 ottobre scorso nella cancelleria del tribunale di
Catanzaro- che la testimonianza della minore venga acquisita al più
presto per garantire il miglior ricordo dei fatti, verificatisi circa
due anni fa». Scrive il magistrato: «la prova richiesta deve ritenersi
rilevante e non rinviabile al dibattimento», anche per l’atteggiamento
di «vergogna, con conseguente reticenza» della ragazza, ma soprattutto
«per porre fine o comunque alleviare la situazione di stress». E dunque
il giudice, assistito da una psicologa minorile, ha ascoltato in una
stanza protetta e che la mettesse a suo agio, le parole della giovane,
mentre una telecamera trasmetteva le immagini a un’altra stanza della
struttura dove era prevista la presenza di «tutti gli altri soggetti
legittimati». L’ex carabiniere, a quanto si apprende, non ha
partecipato alla deposizione: in sua vece l’avvocato Salvatore Sacco
Saragò del foro di Catanzaro.

LE INDISCREZIONI
Secondo indiscrezioni la ragazza, che in un primo momento, e non in
sede di incidente probatorio, avrebbe ricordato un solo episodio,
avrebbe invece, mercoledì davanti al gip, fatto cenno a più di un
abuso. I presunti abusi, sempre a quanto si apprende, sarebbero durati
un anno circa fino ad agosto 2007. La denuncia alla polizia, invece,
sarebbe arrivata qualche mese dopo, a maggio del 2008. A presentarla la
madre della ragazza. Giusto il tempo, per lei, di rompere il muro della
paura, e quello del pudore da parte della giovane, aiutata nel
difficile percorso da una psicologa. Davanti alla quale, faticosamente,
avrebbe iniziato a raccontare quanto le sarebbe accaduto. A quanto
pare, poi, la polizia di Catanzaro avrebbe ascoltato immediatamente
dopo la denuncia altre quattro persone, le quali sarebbero state messe
al corrente dei fatti da Placanica stesso. La ragazza invece sarebbe
stata ascoltata la prima volta dagli inquirenti ad aprile 2009, con
l’ausilio di uno psicologo.

IL LEGALE – L’avvocato di Mario Placanica, Salvatore Sacco
Faragò ha replicato alle accuse apparse sui giornali: «Ribadisco con
fermezza l’assoluta estraneità di Placanica rispetto alle accuse a lui
rivolte, accuse dalle quali ci difenderemo con vigore e convinzione
nelle sedi opportune». «Valuteremo nelle prossime ore – annuncia il
legale – se sporgere querela contro ignoti per la grave lesione patita
dal mio assistito a causa della vergognosa fuga di notizie». Placanica,
aggiunge il penalista, «è da anni nell’occhio del ciclone in seguito
alle ben note vicende del G8 di Genova, ma non si perde occasione per
farlo ancora assurgere agli "onori della cronaca" come un mostro da
sbattere in prima pagina».« È semplicemente vergognoso che in un Paese
cosiddetto civile, sia possibile che alcune vicende, per cui ancora non
si è conclusa la fase delle indagini, e concernenti situazioni molto
personali e delicate – prosegue Faragò – siano divulgate con tale
noncuranza e scarso rispetto per i soggetti coinvolti. Oltretutto,
ancor più inquietante è il fatto che la stampa riporti alla lettera i
particolari di una fase processuale, nella specie un incidente
probatorio per l’ascolto di minore, svoltasi in un luogo protetto e con
la massima segretezza, in ossequio alle disposizioni del nostro
Codice». «Ci si chiede – conclude – che senso ha operare con tutte le
cautele e garanzie del caso, se poi si è esposti di fatto ad una gogna
mediatica senza rispetto per la vita di una persona che, fino a prova
contraria, è da ritenersi innocente».


19 novembre 2009(ultima modifica: 20 novembre 2009)

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