Violentano una quattordicenne in manette 4 minori nel Foggiano
I componenti del branco hanno fra i quattordici e i sedici anni
La ragazzina ha raccontato tutto ai genitori, poi ai carabinieri
La violenza è avvenuta all’inizio dello scorso ottobre. Ad attirarla nella trappola è stato uno di loro, un ragazzo che lei conosceva già e che con l’inganno l’ha invita a trascorre qualche ora insieme nel capannone dove avrebbero potuto passare qualche ora con i videogame. Una volta arrivati, però, il giovane ha chiamato di nascosto per telefono gli altri amici che nel giro di pochi minuti sono giunti nel casolare. E’ cominciata così l’aggressione.
Prima le botte, i vestiti strappati, poi la violenza. In tre a turno hanno abusato di lei. Pare che il quarto alla fine non se la sia sentita e non abbia partecipato materialmente allo stupro di gruppo. Forse vinto dalle grida, dalla sofferenza della ragazza si è solo limitato ad assistere.
Dopo la violenza la ragazzina è riuscita a scappare ed è tornata a casa, con i vestiti laceri e addosso i segni di quanto era avvenuto. Non ha raccontato subito ai genitori quello che le era successo, ma loro si sono accorti che qualcosa non andava, che la ragazza non aveva i soliti comportamenti. E’ passato qualche giorno e poi la quattordicenne non ha retto più e si è confidata prima con la sorella maggiore e poi con la madre e il padre. Insieme sono andati a presentare denuncia ai carabinieri.
I militari del comando provinciale di Foggia, coordinati dal comandante Vito Antonio Diomeda, hanno avviato le indagini che sono durate un mese e grazie alle indicazioni della vittima sono riusciti ad identificare i quattro, a rintracciarli e a bloccarli. Tre di loro sono stati arrestati nelle loro case, il quarto a Milano dove si trovava insieme con suo padre. Nei loro confronti sono state emesse ordinanze di custodia cautelare dal gip del Tribunale per i minorenni di Bari su richiesta del pm Chiara Giordano. Per tutti l’accusa è di violenza sessuale di gruppo. Ora sono stati affidati a delle comunità terapeutiche.
Per i carabinieri che li hanno arrestati, si tratta di ragazzi come tanti: non provengono da ambienti sociali disagiati o da situazioni di marginalità e violenza. Ragazzi normali, figli di famiglie tranquille.