Trovata strangolata e nuda in bagno
L’amico confessa il delitto
Marina Gaido, estetista, forse strangolata. Il movente in ambito economico
BOLOGNA – Risolto il caso della estetista strangolata sabato
a Bologna. Un amico della donna, Roberto Cavalli, 44 anni, promotore
finanziario in proprio, ha confessato nella notte l’omicidio agli
investigatori della squadra mobile che a tempo di record hanno risolto
il giallo. L’uomo ha strangolato la donna probabilmente in preda ad un
raptus, ma come hanno spiegato gli investigatori, il capo della mobile
Fabio Bernardi ed il suo vice Lorenzo Bucossi, è tutto ancora da
chiarire da che cosa sia stato scatenato.
AMBITO ECONOMICO – L’uomo, che ora è rinchiuso nel carcere della
Dozza, indiziato per omicidio volontario di Marina Gaido, 41 anni,
amico della vittima da 17 anni, aveva raccolto delle somme di denaro
nella sua attività di promotore anche da lei, e gli investigatori nei
prossimi giorni cercheranno di ricostruire la storia professionale di
Cavalli per capire se il movente vada ricercato in ambito economico. In
questo caso il fatto che la donna sia stata trovata nuda sarebbe una
messa in scena dell’omicida per simulare una aggressione a sfondo
sessuale.
LA DINAMICA – Gli investigatori e il Pm Walter Giovannini, che
hanno tenuto una conferenza stampa in questura, nel ricostruire la
dinamica del delitto hanno attribuito un ruolo fondamentale per
risolvere il caso all’amica che ieri pomeriggio, poco prima delle 14,
ha suonato a casa della donna e non trovando risposta e sentendo il
cellulare dell’amica suonare a vuoto, ha subito chiamato la polizia
rimanendo a presidiare l’ingresso dello stabile. L’arrivo tempestivo
della volante ha fatto il resto. Infatti mentre salivano le scale la
donna, in compagnia degli agenti, ha notato una persona che conosceva
di vista come amico della vittima che stava scendendo per uscire dal
portone, ed ha invitato gli agenti a fermarlo. Era Cavalli che in un
primo momento, di fronte alle domande degli investigatori, ha detto di
essere stato a casa dell’estetista che si trova al primo piano, di aver
dimenticato all’interno il cellulare e di aver tentato inutilmente di
riprenderlo e che in quel momento stava riuscendo per andare a prendere
l’autobus. Una versione che non ha per nulla convinto gli agenti e il
magistrato di turno, Lorenzo Gestri, arrivato sul posto poco dopo.
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IL CELLULARE – L’uomo aveva le chiavi dell’appartamento della
donna in tasca e quindi avrebbe potuto aprire evitando l’intervento dei
vigili del fuoco se non avesse avuto nulla da nascondere. Poi – hanno
rilevato ancora gli inquirenti – era difficile ipotizzare che nei pochi
minuti intercorsi (in tutto una decina) prima dell’arrivo della polizia
un altro uomo si fosse introdotto in casa e avesse convinto la donna a
spogliarsi per poi ucciderla. Secondo la ricostruzione della Mobile
invece l’uomo ha sentito suonare alla porta poco dopo aver commesso il
delitto, ha cercato di non farsi vedere salendo un paio di piani, poi
ha cercato di sgusciare via sfilando di fianco agli agenti, ma l’amica
di Marina l’ha riconosciuto. Il cellulare di Cavalli è stato
effettivamente trovato nell’abitazione della vittima. Molto
probabilmente una dimenticanza indotta dal panico perchè l’omicida ha
sentito suonare alla porta, è uscito rapidamene, ma ha dimenticato il
telefonino.