NO AL PRESIDIO DEGLI AMICI DEGLI STUPRATORI

NO!  AL “PRESIDIO DEGLI AMICI DEGLI STUPRATORI”

VIENI ANCHE TU!
Invitiamo le donne e le lesbiche martedì 18 settembre alle 10 davanti al Tribunale di Bologna in Piazza Trento Trieste 3 perché non si ripetano gli applausi agli stupratori Francesco Liori e Federico Fildani, come è già successo alla prima udienza.
Anche se la violenza contro le donne non si risolve nelle aule dei tribunali, siamo fortemente preoccupate per questa nuova modalità che vede addirittura lo schieramento esplicito e eclatante in sostegno degli stupratori. Ne sono esempio gli avvenimenti di Montaldo di Castro dove il sindaco Salvatore Carai ha fatto stanziare alla giunta la somma di 40.000 € per le spese legali di otto stupratori (stupro di branco su una minorenne) e il tentativo a Cagliari di raccogliere, organizzando un concerto, fondi per le spese degli stupratori della Cirenaica, che compariranno all’udienza preliminare di martedì 18 settembre.

SPEZZIAMO LA COMPLICITA’ DI CHI SOSTIENE GLI STUPRATORI.
CREIAMO SOLIDARIETA’ TRA DONNE E PARTECIPIAMO AL PRESIDIO
UNA DONNA CHE DENUNCIA HA CORAGGIO: SOSTENIAMO LA SUA FORZA!!

Quelle che non ci stanno
maragridaforte@inventati.org

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ROMPIAMO LA COMPLICITA’ DEI MASCHI CON GLI STUPRATORI

 

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ROMPIAMO LA COMPLICITA’ DEI MASCHI CON GLI STUPRATORI

scarica il comunicato stampa sui fatti della Cirenaica  volantinocagliaribuonoBIS[1].doc

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Indizione presdio a Crevalcore 02/12/06

Indizione presidio a Crevalcore 02/12/06, per l’aggressione di Mara avvenuta al Parco Nord – Bologna.
Crevalcore luogo di residfenza di Luigi Maraglia, gli aggressori di Mara.

Scarica il pdf del volantino di indizione  Vol[1].crevalcore 02.12.06.pdf

Foto del secondo presidio a crevalcore 14 giugno 2008  

foto per blog modificata

 

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Concerti in sadegna in solidarietà agli stupratori 13/04/07

Organizzati a Asi di Selargius – Cagliari , 2 concerti in sostegno dei due strupratori – Liori e Fildarni – Bologna. Annullati grazie all’intervento di molti gruppi femministi di tutta italia.

Scarica qui il pdf dell’articolo articolo-cagliari 13.04.07.pdf

Guarda qui la locandina del concerto in solidarietà con gli stupratori

concerto in solidarietà degli stupratori – cagliari.pdf


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manifestazione notturna 07 marzo 09

Scarica qui il volantino della manifestazione 8 marzo 09.pdf

 

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Intervento 22/11/06 – P.zza nettuno

Buonasera a tutte
Intervengo a nome del Coordinamento contro la violenza “Quelle che non ci stanno”, costituitosi a settembre di quest’anno a seguito di un’aggressione agita ai danni di una di noi.Il gruppo per il quale parlo è costituito di donne e di lesbiche sia appartenenti a gruppi già attivi da anni sul territorio, come Clitoristrix, Fuoricampo, Donne fuori, Amazora, Armonie, sia da donne singole che seguono questo percorso sin dal suo avvio.
Da quando esistiamo abbiamo fatto numerose presenze pubbliche contro la violenza
Siamo state alla festa dell’unità a Parco Nord a ridosso dell’aggressione di Mara, siamo state in Cirenaica quartiere nel quale è stata aggredita e violentata una ragazza, da un suo amico e dall’amico del suo amico, sotto la casa dei suoi aggressori e in università zona di frequentazione dei suddetti Siamo state nel centro di Bologna e ai giardini Margherita luogo nel quale è stata massacrata di botte una donna per non aver assecondato coloro che la importunavano.
 
Quando scriviamo,parliamo, comunichiamo,abbiamo come referenti le donne e le lesbiche ed oggi abbiamo manifestato in uno spezzone separatista le une affianco alle altre persuase come siamo, che questa battaglia possa essere portata avanti solo da noi perché quando parliamo di violenza sappiamo di cosa stiamo parlando e  purtroppo ci capiamo al volo.

Sappiamo che la violenza viene agita in numerosissimi modi contro di noi ammorbando il nostro quotidiano, somministrata in piccole medie e grandi dosi in ambito lavorativo sociale “culturale” familiare e che, più spesso di quanto veniamo a sapere, assume le sue forme più eclatanti con lo stupro ed l’assassinio

Riconosciamo come tentativo di deviazione, l’ operazione che strumentalizza l’appartenenza etnica e sociale degli aggressori,tentativo finalizzato a buttare fumo sugli occhi, a spostare l’attenzione dal centro del problema.
Abbiamo imparato fin troppo bene che gli aggressori non sono riconducibili a specifiche etnie o classi sociali o culturali l’unica cosa certa, l’unica cosa incontrovertibile, è l’appartenenza degli aggressori al genere maschile che non ci sembra un dato accidentale che ci sembra un dato irrilevante.
Ci sembra invece che abbia più peso, anche se sappiamo che la violenza colpisce tutte, l’etnia e la classe sociale di appartenenza delle donne aggredite che quando non sono italiane sono ancora più esposte che quando sono povere sono ancora più attaccabili che quando sono costrette alla clandestinità sono violabili senza nessun margine di rischio per i loro aggressori

La violenza è la prima causa di morte per le donne nel mondo e non pensate che siano i cosiddetti paesi sottosviluppati a determinare questo dato spaventoso perché anche nell’evolutissima e democratica Europa dei diritti umani, la violenza è la prima causa di morte per le donne fra i 18 e i 44 anni.

Quello di cui ci siamo rese conto, è che non c’è una lettura complessiva, non c’è una volontà politica che voglia centrare il problema, nè da parte dei governi di qualsiasi schieramento ne da parte di un opinione pubblica rattrappita e autocensurata;
le violenze contro le donne continuano ad essere lette come drammi familiari e privati anche se mietono più morti delle organizzazioni criminali ed anche se hanno elementi comuni in ogni angolo del pianeta.

Noi diciamo che la violenza contro le donne non è MARGINALITA’ PRIVATA è ATTO POLITICO CONTRO LA NOSTRA LIBERTA’, NOI DICIAMO CHE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE LESBICHE E’ CONTROLLO SOCIALE E DICIAMO CHE QUESTO CONTROLLO SERVE A MANTENERE INTATTI GLI SQUILIBRI DEL NOSTRO PIANETA CHE DANNO VANTAGGIO SOLO A MENO DELLA METà DEL GENERE UMANO.

VEDIAMO L’IMPUNITà GARANTITA AGLI AGGRESSORISTUPRATORI IN OGNI PARTE DEL MONDO e vediamo Le ALLEANZE fra politica economia magistratura e immaginario comune contro di noi.
 VEDIAMO CHE LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE LESBICHE PRODUCE PAURA TERRORE E morte e QUINDI LA CHIAMIAMO con il suo nome TERRORISMO
DICIAMO CHE E’ IN ATTO UNA GUERRA CONTRO LE DONNE ANCHE SE PER CONFONDERCI NON è MAI STATA DICHIARATA.
 SIAMO PERò CONVINTE CHE REAGIRE SI Può PERCHè  L’ABBIAMO SPERIMENTATO E CHE REAGIRE SI DEVE ANCHE perché  comunque L’ALTERNATIVA NON è ALLETTANTE e non paga
CREDIAMO che le donne abbiano sempre più risorse di quelle che credono di avere nonostante molte ci siano state depredate ma che queste risorse debbano essere ben indirizzate verso noi stesse verso il nostro benessere.
Crediamo a partire dall’analisi del reale che oggi L’AUTODIFESA sia per le donne e per le lesbiche UN’OPZIONE IRRINUNCIABILE  che lo sia PER CHIunque di noi abbia l’ambizione DI TENERE LONTANA DA SE LA VIOLENZA
Siamo Convinte che il CORPO POSSA TRASFORMARSI DA LUOGO DELL’ATTACCO A LUOGO DELLA DIFESA così come siamo convinte che solo la SOLIDARIETà FRA DONNE E LESBICHE, L’ATTENZIONE CHE PRESTIAMO A NOI STESSE ED ALLE ALTRE POSSA GARANTIRCI E TUTELARCI ed anche che la DENUNCIA PUBBLICA SIA SEMPRE Più EFFICACE DEL silenzio.

SENTIAMO CHE QUESTA LOTTA SOLO LE DONNE E LE LESBICHE POSSONO FARLA NESSUNO HA INTERESSE A CHE LA VINCIAMO, solo noi possiamo smuovere qualcosa anche perché la nostra controparte non è affatto indefinita, ………non facciamo l’errore di crederlo.

Sabato prox saremo a Crevalcore luogo di residenza di Luigi Maraia l’aggressore della nostra compagna
E vi invitiamo tutte
Saremo poi ancora in circolazione perché non possiamo permetterci di stare tranquille a casa, ci saremo per smuovere l’apparente pace sociale nella quale avvengono i massacri e la narcosi collettiva amplificata dai fiocchi e dalle luci natalizie.
Ci vediamo il lunedì 27 nov.ad Atlantide occupata a porta S Stefano e siamo aperte a tutte coloro che vogliano unirsi a noi
Grazie a tutte per la pazienza
Grazie alle compagne venute dalle altre parti d’Italia
Grazie alle donne migrantigrazie alle bambine

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Lettera di Mara, la ragazza aggredita al Parco Nord il 26/08/2006

SONO MARA, LA RAGAZZA AGGREDITA AL PARCO NORD IL 26 AGOSTO SCORSO.
Sono la ragazza del parco nord o almeno così  mi hanno definita.
I giornali, i carabinieri e  vari esponenti politici durante i loro dibattiti.
Il mio caso è servito per fare statistiche o rivendicare falsi aiuti e disponibilità mai giuntemi concretamente.
Hanno tentato di stuprarmi in via Stalingrado il 26 agosto all’uscita della festa dell’unità, luogo a detta dei cosiddetti compagni sicuro,  “alle nostre feste solo brava gente”.
Permettetemi di dirvi cari compagni che nessun luogo per le donne può ritenersi sicuro, non lo sono le mura domestiche figuriamoci se  può esserlo uno spazio dove certo prioritaria non è la sicurezza per le donne.
Fino a quando non si riconoscerà che la violenza alle donne non è un fatto privato, che non si risolve con qualche lampadina in più, ma con l’impegno comune per rompere il silenzio da cui si alimenta, noi donne continueremo ad essere sempre più esposte.
Ma io non sono la ragazza del parco  nord o almeno non solo, il mio vissuto raccoglie e racconta molto di più.
 Vengo da un paese dove gli stupri e le violenze vengono tenuti nascosti dentro le pareti di casa, dove ogni sopraffazione fisica e psicologica su una donna  è quotidianità, dove non desta scalpore soprattutto se viene consumata da un uomo che ti sta vicino.
Sin da ragazzina mi sono ripromessa che mai mi sarei resa complice di una violenza non denunciandola e non isolando in tutti i modi chi la compie. Non avrei mai accettato di avere accanto a me un uomo che in qualunque modo avrebbe potuto agire violenza su una donna, e su di me per prima.
E credetemi non è cosa semplice in una famiglia con prevalente presenza maschile.
Con il tempo ho scoperto che l’omertà e l’indifferenza che vedevo in chi abitava nel mio paese era la normalità assoluta in ogni luogo, in ogni angolo del pianeta. Ho cominciato a Bologna a fare politica con le donne,, sono cresciuta tanto , ho imparato a dare valore a tutta me stessa al mio corpo e alla mia testa.
 Ho conosciuto donne che hanno subito violenza, che hanno denunciato, che hanno urlato la propria rabbia e nel momento in cui sono state aggredite, violate e insultate l’ hanno trasformata in forza per difendersi, per liberarsi.
Io a loro dico grazie, perché queste donne mi hanno dato la forza di urlare e di salvare il mio corpo quando la notte del 26 agosto  hanno tentato di stuprarmi.  
La violenza che ho subito ha avuto solo un inizio quella notte poi è continuata inarrestabile e continua ancora.
Aggressione, carabinieri, pronto soccorso, interrogatori, confronto, stampa.
Ho visto sulla prima pagina dei giornali la mia foto, i giornalisti mi aspettavano fuori dalla porta di casa e si presentavano sul posto di lavoro.
Ma non ero io la complice o colpevole di un delitto,
Ho dovuto lottare  per la mia credibilità,  attraverso quasi un’indagine sulla mie abitudini, sulla mia socialità e sulla mia occupazione.
Mi chiedo se non avessi avuto tanti testimoni,  se non avessi avuto un’occupazione stabile, se sul mio corpo non fossero stati evidenti graffi e in particolare sul collo il segno inconfondibile di un tentato strangolamento, se fossi  un’immigrata senza permesso di soggiorno, una disoccupata, una senza fissa dimora, tossicodipendente,  una prostituta quale sarebbe stata la mia credibilità?
Mi chiedo, perché una donna violentata deve continuare a difendersi mentre ad uno stupratore vengono riconosciute delle attenuanti.

Il mio aggressore ha tutte le caratteristiche riconosciute comunemente affidabili è bianco, italiano, buon padre di famiglia.  Assieme ai suoi avvocati ha dichiarato di avermi scambiato per una prostituta, nell’intento palese di scagionarsi e fornire un’attenuante.
 Come se il corpo di una prostituta fosse oggetto di violenza socialmente e giuridicamente e più comprensibile.
In quel momento ho pensato quante altre aggressioni sono avvenute in quel  luogo e in quel  modo.
Quante taciute e rimaste nel silenzio, quanti stupratori non identificati che continuano la loro vita nella totale accettazione di chi hanno accanto, le donne che non denunciano si trovano di fronte ad una scelta obbligata legata alla loro condizione sociale ed economica.
In questo stato non esistono diritti per le immigrate clandestine.
Ma lo stupro e la violazione del corpo non può lasciare impuniti chi le compie perché la vittima non è considerata un soggetto di diritto.Certo è che se i tribunali ritengono un attenuante stuprare una prostituta e la nostra società civile lo avvalla allora altri sono gli strumenti di difesa che noi donne e lesbiche dobbiamo inventare e sperimentare.
Io per difendermi ho usato gli strumenti che tutte noi donne possediamo e ho urlato, scalciato graffiato.  Ma ho anche scelto di denunciare il mio aggressore e di raccontare la mia esperienza.
Come me altre. Vorrei ricordare la grande forza che è arrivata a tutte noi da Paola di torre del lago stuprata perché  lesbica.  La forza di una donna stuprata da due ragazzi che conosceva bene  insospettabili in un appartamento qui a Bologna.
Attraverso la mia esperienza sento di poter riaffermare con forza una convinzione che già avevo maturato all’interno del collettivo femminista e lesbico di cui faccio parte, il collettivo clitoristrix, e cioè che difendersi e denunciare sono strumenti da cui non si può  prescindere.
Quando parlo di denuncia non mi riferisco elusivamente ad un percorso legale, necessario però per rompere il meccanismo di complicità che instilla la paura nelle donne ma anche la necessità di dire, nominare , raccontare e condividere con altre donne un’esperienza che solo così può essere superata e diventare patrimonio comune come strumento di autodifesa e di resistenza.
L’indifferenza e la complicità delle istituzioni che discutono ,ma non agiscono, promettono finanziamenti ai centri delle donne e poi li negano, non annebbiano la verità che dobbiamo insieme restituire a tutte le donne che si espongono e che mettono in gioco se stesse.
Per questo insieme saremo il 2 dicembre a Crevalcore luogo di residenza del mio aggressore perché  le donne non dimenticano.

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manifestazione notturna sabato 7 marzo 09 – ore 20,00 p.zza dell’unita

 LA VIOLENZA SULLE DONNE NON È UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO È UN PROBLEMA “CULTURALE” SOCIALE ED IN SOSTANZA POLITICO
La violenza sulle donne è la 1° causa di morte e di invalidità permanente per le donne fra i 14 ed i 66 anni in Europa, ciò nonostante siamo convinte che la violenza non sia il nostro destino. Per questo vogliamo combatterla alle radici prima che si manifesti, nelle strade ma soprattutto nelle case dove ha la sua espressione più continuativa e massiccia e con l’aiuto della scuola luogo di formazione per tutte e tutti. Denunciamo l’uso e l’abuso del corpo della donna sempre esposto, disponibile e lascivo, tanto nei media quanto nella pubblicità che genera la “cultura” dello stupro. Quello che prima era silenzio sulle violenze ora che con l’aumento delle denunce non può più essere tale, diventa strumentalizzazione. Tutti parlano e barattano interessi politici sui nostri corpi.

Rifiutiamo qualsiasi provvedimento in chiave razzista e autoritaria fatto in nostro

nome. Per noi la violenza è “solo” maschile e non dipende dal passaporto di chi la agisce. Ci ripugna la logica violenta tanto degli stupratori quanto delle ronde dei giustizieri. Per noi una strada è sicura quando è piena di donne.

Rifiutiamo la logica della paura ed affermiamo la nostra libertà! Per bloccare la violenza, crediamo nella solidarietà fra donne e lesbiche, nella denuncia dei maschi violenti, e nella necessità di dotarci di strumenti per l’autodifesa.

PRENDIAMO INSIEME PAROLA PUBBLICA DICIAMO NO ALLA VIOLENZA MASCHILE

SABATO 7 MARZO’09

CORTEO NOTTURNO DI DONNE E LESBICHE CONCENTRAMENTO ALLE H.20 IN PIAZZA DELL’UNITÀ

ASSEMBLEA CITTADINA DI DONNE E LESBICHE (BOLOGNA)

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No al presidio degli amici degli stupratori 18/09/07

NO!  
AL “PRESIDIO DEGLI AMICI DEGLI STUPRATORI”

VIENI ANCHE TU!
Invitiamo le donne e le lesbiche martedì 18 settembre alle 10 davanti al Tribunale di Bologna in Piazza Trento Trieste 3 perché non si ripetano gli applausi agli stupratori Francesco Liori e Federico Fildani, come è già successo alla prima udienza.
Anche se la violenza contro le donne non si risolve nelle aule dei tribunali, siamo fortemente preoccupate per questa nuova modalità che vede addirittura lo schieramento esplicito e eclatante in sostegno degli stupratori. Ne sono esempio gli avvenimenti di Montaldo di Castro dove il sindaco Salvatore Carai ha fatto stanziare alla giunta la somma di 40.000 € per le spese legali di otto stupratori (stupro di branco su una minorenne) e il tentativo a Cagliari di raccogliere, organizzando un concerto, fondi per le spese degli stupratori della Cirenaica, che compariranno all’udienza preliminare di martedì 18 settembre.

SPEZZIAMO LA COMPLICITA’ DI CHI SOSTIENE GLI STUPRATORI.
CREIAMO SOLIDARIETA’ TRA DONNE E PARTECIPIAMO AL PRESIDIO
UNA DONNA CHE DENUNCIA HA CORAGGIO:
SOSTENIAMO LA SUA FORZA !!

                                         Quelle che non ci stanno
                                                                                                                            maragridaforte@inventati.org

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comunicato stampa – concerto amici degli stupratori 14/21 aprile Cagliari

COMUNICATO STAMPA
Il 14 e il 21 Aprile sono stati organizzati 2 concerti al circolo Asi di Selargius – comune poco distante da Cagliari – per raccogliere fondi per pagare le spese legali di Francesco Liori e Federico Fildani gli autori dello stupro di gruppo avvenuto a Bologna il 24 Settembre 2006 in zona Cerenaica.
Questa iniziativa sostiene apertamente e rivendica la cultura dello stupro, riproponendo il modello che  tende a riabilitare gli stupratori e a criminalizzare la donna.
Ancora una volta è l’uomo qualunque, il “bravo ragazzo”, che agisce il privilegio di maschio con il consenso non nascosto, ma anzi dichiarato, dei suoi amici e parenti.
Chi violenta e uccide è sempre maschio, garantito e protetto dall’appartenenza al genere maschile.
Ancora una volta assistiamo all’esplicita ostilità che la società dimostra alla vittima e alla donna “emancipata”.
Noi donne e lesbiche del gruppo “quelle che non ci stanno” esprimiamo la solidarietà alla ragazza della Cirenaica che ha avuto il coraggio di denunciare.
Uccidere una donna e una lesbica oggi in qualsiasi parte del mondo è possibile grazie alla copertura continua fornita da chi riconosce in questo metodo lo strumento più efficace per zittire, annientare e rendere invisibile ogni forma di reazione che le donne attuano.
La forza della denuncia è efficace solo se ci sono relazioni fra donne, relazioni che interrompono la complicità con il patriarcato, con le sue manifestazioni private e pubbliche, da quelle più sottili a quelle più abnormi.
Questa donna non è sola, è sostenuta da tante donne e non è mai stata in silenzio.

Ogni donna deve sapere che può contare sulle altre e che ribellarsi è possibile.

Il 20 Aprile 2007 invitiamo tutte le donne e lesbiche a manifestare con noi in Via Libia n.38,
Bologna – ore 18,00 dove è avvenuto lo stupro.

                                Quelle che non ci stanno
                                                                                               Bologna 17/04/07

maragridaforte@inventati.org

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