Al presidente della Associazione Nazionale Comuni di Italia
Sergio Chiamparino
Alle sindache e ai sindaci dei Comuni d’Italia
Egregio Sindaco Chiamparino,
in occasione del 25 Novembre, Giornata Mondiale contro la Violenza alle Donne, ci rivolgiamo a Lei e all’Associazione che presiede con una denuncia e una richiesta.
Le sono certo noti i gravissimi fatti di Montalto di Castro e la condotta tenuta dal Sindaco di quella città, Salvatore Carai. Nel 2007 una ragazza allora quindicenne venne stuprata per molte ore da otto uomini, anch’essi allora minorenni, tutti residenti a Montalto di Castro. Il Comune stanziò a favore degli artefici della violenza, rei confessi, 40.000 € in forma di prestito d’onore per sostenere le spese processuali, provvedimento poi sospeso a seguito delle indignate reazioni a livello nazionale. Alla vittima non sono mai stati offerti né una parola di solidarietà né alcuna forma di aiuto in denaro o tramite l’assistenza necessaria ad affrontare il trauma.
Spetta ad altri giudicare la legittimità dello stanziamento. Noi vogliamo denunciare un palese atto di violenza istituzionale contro una donna, perpetrato da un Comune membro della vostra Associazione. Maltrattamenti, stupri e omicidi di cui sono vittime ogni anno migliaia di donne in Italia, come attestato da statistiche che nessuno può più fingere di non conoscere, sono uno degli aspetti della violenza, che si manifesta in diverse forme e su terreni diversi, culturale, sociale, economico e, come in questo caso, istituzionale.
La violenza alle donne si radica in rapporti di potere squilibrati tra i sessi e si nutre di una cultura patriarcale che disconosce la libertà e il valore femminili mentre riconosce all’uomo il diritto di dominio fino all’abuso. La decisione presa dal Sindaco di Montalto di Castro è un risultato e una causa di questa cultura. È noto che l’intera comunità montaltese si è schierata con gli stupratori, abbandonando e vessando la donna stuprata e facendosi corresponsabile di un crimine che ha provocato gravi conseguenze psicofisiche.
Ancora accade che la responsabilità della violenza subita venga attribuita alla vittima. Troppo spesso, inoltre, il tema della violenza alle donne è affrontato dalle amministrazioni comunali come problema di sicurezza pubblica, mentre è accertato che la maggior parte delle violenze ha luogo nelle famiglie, nelle comunità, sul luogo di lavoro ed è agita da uomini vicini alla vittima, che spesso amici e conoscenti definiscono “brave persone”.
Ricordando che “I diritti umani delle donne e delle bambine sono una parte inalienabile, integrante e indivisibile dei diritti umani universali” (Conferenza Mondiale sui diritti umani, Vienna 1993) e in virtù dell’art. 3 del vostro Statuto chiediamo dunque che l’associazione Nazionale dei Comuni Italiani
– esprima una mozione di censura nei confronti del Comune di Montalto di Castro e attui nei suoi confronti ogni forma di provvedimento che lo statuto e le finalità le consentono;
– definisca un codice etico che impedisca comportamenti e atti istituzionali lesivi dell’integrità psico-fisica delle donne;
– ponga il contrasto della violenza contro le donne e di ogni forma di violenza di genere come un obiettivo prioritario della propria azione, facendo proprie le conoscenze e le modalità di intervento che le donne e le loro organizzazioni, in primo luogo, e gli organismi internazionali hanno consolidato;
– sostenga con progetti, consulenza e ogni strumento previsto dallo Statuto il rafforzamento e la creazione di Centri o Case delle donne per la prevenzione della violenza e l’aiuto necessario alle vittime di violenza.
Certe della Sua attenzione, Le inviamo
Cordiali saluti
Le donne riunite nell’Assemblea Cittadina di donne, femministe e lesbiche di Bologna