Muore per sfuggire alle botte
del convivente: arrestato 61enne
La vittima sarebbe caduta dalle scale per evitare l’ennesima violenza da parte del compagno
Una storia di emarginazione, solitudine e violenza, culminata
in tragedia. Un uomo di 61 anni, Carlo Babacci, è stato arrestato dalla
polizia di Civitavecchia con l’accusa di aver malmenato brutalmente la
consorte Mara Goffredo, morta cadendo per le scale per sfuggire
all’ennesima violenza. L’episodio è avvenuto sabato ad Allumiere,
cittadina collinare vicino a Civitavecchia, a nord di Roma.
LA CADUTA PER SFUGGIRE ALLE BOTTE – La
vittima, 60enne, si è presentata nella notte di sabato ai medici del
pronto soccorso dell’ospedale San Paolo con varie ecchimosi sul corpo,
escoriazioni e un evidente trauma cranico per cui i medici avevano
deciso di sottoporla a una Tac. La donna, però, non ce l’ha fatta: è
morta prima ancora di essere trasferita al reparto di radiologia è di
fronte ai dottori che hanno tentato inutilmente di rianimarla. Ai
medici aveva detto di essere caduta in casa, ma la spiegazione fin
dall’inizio era sembrata poco convincente per la tipologia e la gravità
delle ferite. Sono
così scattate le indagini da parte della polizia coordinata dalla
Procura di Civitavecchia. Indagini che hanno subito preso la pista di
una violenza domestica. A quanto si è appreso, la donna sarebbe sì
caduta dalle scale, ma per sfuggire alle percosse di Babacci
EMARGINAZIONE E PROBLEMI –L’uomo,
accusato di omicidio, è nel carcere di Aurelia e sarà interrogato nella
mattina di mercoledì dal Gip del Tribunale di Civitavecchia, Franco
Mazzeo. In attesa dei risultati dell’autopsia, fissata per mercoledì
pomeriggio, il trauma cranico subito nella caduta appare come la causa
più probabile del decesso. Versione confermata dalle testimonianze dei
vicini di casa che hanno soccorso la donna portandola all’ospedale.
Sullo sfondo dell’accaduto si intravede una storia di emarginazione e
solitudine. Senza figli, entrambi erano da tempo in cura al centro
d’igiene mentale di Civitavecchia. Secondo i testimoni ascoltati dagli
inquirenti, la coppia litigava di frequente ed in modo violento anche
per futili motivi. Liti durante le quali l’uomo finiva spesso per
malmenare la compagna. Da qualche anno i due si erano trasferiti da
Civitavecchia ad Allumiere dove, ad eccezione dei vicini di casa, quasi
nessuno li conosceva.